Il mio senso di responsabilità non è legato alla poltrona, io amo affrontare i problemi, me ne assumo le responsabilità e su questo dobbiamo lavorare”. Per Gabriele Gravina, presidente delle Figc, “la soluzione di legare un ruolo al risultato di una gara è un’impostazione sbagliata”.
“Non possiamo pensare di avere ragazzi importanti sotto il profilo del talento a 18-19 anni e poi non dare possibilità di sfogo al talento per trasformarlo in campione. Non siamo credibili quando da un lato pretendiamo la qualificazione e vogliamo centrare un risultato importante e poi dall’altro arrivano le richieste ufficiali per portare gli extracomunitari da due a otto, dieci, o addirittura senza limiti.
E siamo poco credibili quando, anzichè mettere sotto controllo i costi, diventa tema centrale da 6-7 mesi l’indice di liquidità a 0.5 quando in Germania è pari a uno”.


