GUARDIA DI FINANZA REGGIO CALABRIA. ESEGUITO UN SEQUESTRO DI BENI PER OLTRE 1,6 MILIONI DI EURO

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GUARDIA DI FINANZA REGGIO CALABRIA. ESEGUITO UN SEQUESTRO DI BENI PER OLTRE 1,6 MILIONI DI EURO NEI CONFRONTI DI UN IMPRENDITORE OPERANTE NELL’AMBITO DELLE SCOMMESSE ON LINE

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Dottor Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni, costituto da compendi aziendali, beni immobili e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro, nei confronti dell’imprenditore romano SIPONE Poalo cl.’65.

La figura criminale del proposto emerge dalle attività di indagine esperite, nell’ambito del procedimento penale nr. 5585/2015 R.G.N.R. DDA cd. Operazione “Galassia”, dal Nucleo P.E.F. di Reggio Calabria – con il supporto dello S.C.I.CO. – a conclusione della quale erano stati eseguiti provvedimenti: – restrittivi personali a carico di 20 soggetti, tra i quali anche il predetto SIPONE Paolo, tra gli ideatori e capo promotore di un complesso e remunerativo sistema criminale, connesso all’illecita commercializzazione di prodotti per la raccolta di scommesse on-line, attraverso importanti bookmakers esteri con sede in Austria e Malta, che, in rapporto sinallagmatico con la criminalità organizzata italiana, ossia con la ‘ndrangheta, per il territorio calabrese – ma anche con “cosa nostra”, con la “sacra corona unita” e con la “camorra” per le rispettive aree geografiche di interesse – da un lato consentivano a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare gli imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano essi stessi significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio; – cautelari reali, aventi ad oggetto 23 società estere, 15 imprese operanti sul territorio nazionale, 33 siti web nazionali e internazionali, numerosi immobili, automezzi e conti correnti italiani ed esteri, nonché innumerevoli quote societarie e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati.

A tal riguardo, il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e lo S.C.I.C.O., eseguivano su delega della locale D.D.A. – con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Dottor Calogero Gaetano PACI e del Sost. Proc. Dottor Stefano MUSOLINO – indagini economico-patrimoniali sul conto, tra l’altro, dell’odierno proposto e del nucleo familiare. In tale contesto, valorizzando le funzioni proprie della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese, l’attività investigativa effettuata ha consentito di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del proposto e del relativo nucleo familiare.

Alla luce di tali risultanze, in aderenza alle ipotesi investigative delle Fiamme Gialle e della locale D.D.A., la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore – ha disposto nei confronti del summenzionato SIPONE Poalo cl.’65 la misura cautelare del sequestro avente ad oggetto il relativo patrimonio illecitamente accumulato, costituito da 5 società di capitali di cui 1 di diritto austriaco, 7 fabbricati siti in Roma, nonché ulteriori disponibilità finanziarie, per un valore complessivo pari ad oltre 1,6 milioni di euro. L’attività di servizio in rassegna testimonia ancora una volta l’elevata attenzione mantenuta dai militari in forza al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che, nel solco delle puntuali indicazioni dell’Autorità Giudiziaria reggina, continua a essere rivolta all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, allo scopo di arginare l’inquinamento del mercato e favorire la libera concorrenza, con l’intento di ripristinare adeguati livelli di legalità e tutelare la sana imprenditoria assicurando la trasparenza e la sicurezza pubblica.