Guerra in Ucraina, basta tacere le colpe di USA e Nato

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L’Ucraina è una lama nel fianco di Mosca da anni. Lungi dal farne un Paese neutrale, gli americani hanno cercato in molti modi di attrarre Kiev verso l’occidente.

Con ogni probabilità ci fu la regia Usa dietro le “rivoluzioni arancioni” del 2004 e 2014, come dietro la strage di Maiden, quando cecchini georgiani, arruolati da un militare americano, spararono sulla folla, facendo ricadere le colpe sulle forze filogovernative.

Le regioni russofone sono state teatro per anni di una pulizia etnica da parte delle milizie nazionaliste, ispirate a tetri ideali nazisti, e migliaia di civili e militari sono caduti solo per non aver voluto recidere i loro legami culturali e storici con Mosca.

Piuttosto che fermare tutto questo, Kiev ha accarezzato l’idea di aderire alla Nato, con la sicura approvazione di Washington, ben consapevole che dall’Ucraina i missili possono colpire Mosca in 8 minuti (5 per i missili ipersonici), senza dare ai russi il tempo di difendersi. Un rischio che Putin ha calcolato anche sulla base di molti precedenti. A cominciare da quando America e Nato del tutto inutilmente bombardarono la Serbia, la più antica alleata della Russia, ne invasero il Kosovo e ne fecero uno stato indipendente, per 20 anni non riconosciuto da alcuna nazione al mondo. Era il 1998.

Nel ‘97 Clinton aveva allargato la Nato a una dozzina di Paesi est-europei, allo scopo di stringere d’assedio la Russia. Ma potrei citare centinaia di misfatti americani: invasioni, colpi di stato, bombardamenti (Libia, Yemen, Siria, ecc.), migliaia di omicidi con i droni, strangolamento economico con le sanzioni (Cuba, Venezuela, Iran, Nord Corea), torture (Abu Ghraib e altrove), rapimenti, prigionieri detenuti da 20 anni senza prove e senza processo nel territorio extragiurisdizionale di Guantanamo.

Paolo Di Mizio