–Assorbiti dalla razione quotidiana di stupidaggini e assuefatti alla mancanza di ragionamenti stiamo vivendo un’epoca tutto sommato felice. Di beata ignoranza. Duro quindi lo sforzo di recuperare un minimo di obiettività e ancora più duro trovare uno spiraglio in cui il caro, vecchio buon senso, motore della saggezza popolare, riesca a bloccare l’onda di mucillaggine pseudo-politica e geopolitica che ci sommerge.
come l’omonima flora marina che prospera con il caldo e l’abbondanza di “nutrimenti” naturali e sintetici, la propaganda ha intasato i filtri intellettuali, appesantito le reti e soffocato la vita di un mare cerebrale di per sé già chiuso, come il nostro Adriatico. Le crisi e i conflitti armati sembrano ormai cronicizzati o si vuol far credere che lo siano e per questo sono transitati dall’emergenza all’ordinarietà.
La finzione delle armi occidentali in Ucraina
In Ucraina la Russia sembra in stallo e Zelensky e i suoi fingono di credere che il sostegno occidentale possa ribaltare la situazione e portare a una vittoria militare a lungo invocata, ma mai seriamente ricercata perché palesemente onirica. In realtà Kiev appare rassegnata all’idea di dover perdere territori, faccia, credibilità e autonomia. Non solo teme una svolta con l’eventuale presidenza Trump, ma è al suo interno che la situazione è diventata insostenibile.
Esauriti i combattenti e le strutture produttive l’Ucraina sta in piedi con le elemosine, umilianti e insufficienti per mantenere lo Stato, ma più che laute per ingrassare gli oligarchi. Ora cominciano a scarseggiare anche gli obiettivi da battere e la Russia si sta organizzando per colpire quelli nuovi che affluiranno dai Paesi Nato: cioè noi, felici e ignari di essere in guerra.



