Il Dalai Lama compie 90 anni: nato il 6 luglio del 1935 in un villaggio vicino a Taktser, nella provincia dell’Amdo, nel Tibet nord-orientale, da una famiglia di agricoltori, all’età di due anni, quando ancora si chiamava Lhamo Dhondup, è stato riconosciuto come la reincarnazione del XIII Dalai Lama, Thubten Gyatso.
Alla vigilia del compleanno ha affermato che vivrà “altri 30 o 40 anni”, sperando di aggirare l’inevitabile guaio con la Cina per la nomina del successore: è quanto oggi ha detto durante una preghiera insieme a migliaia di devoti a McLeod Ganj, ai piedi dell’Himalaya indiano.
Apparentemente in buona salute, vestito con i tradizionali abiti monastici color porpora e un ampio scialle giallo, ha guidato le preghiere, pochi giorni dopo aver confermato che l’istituzione buddista tibetana, antica di 600 anni, continuerà a esistere anche dopo la sua morte.
“Nella mia vita ho incontrato persone di ogni estrazione sociale, persone con fede religiosa e altre che non ne erano affatto interessate. Questo è naturale, dato che gli individui hanno diverse disposizioni mentali”, ha detto, parlando in tibetano, nella sua ultima apparizione pubblica.
“Eppure, il desiderio comune condiviso da tutti, compreso il popolo tibetano, è quello di evitare la sofferenza e di provare felicità”.


