In un articolo del Sole 24 ore del 28 maggio, si legge: “Le culle vuote degli ultimi anni sono già diventate banchi vuoti ed edifici scolastici chiusi
Per ora soprattutto nelle scuole dell’infanzia e della primaria. Tra 10 anni dai 7,4 milioni di studenti
del 2021 si scenderà a poco più di sei milioni, al ritmo di 110-120 mila ragazzi in meno ogni anno. E tutto questo sta avendo effetto sugli istituti scolastici. Una ricerca della rivista specializzata Tuttoscuola fa i primi calcoli (e sono drammatici).
Negli ultimi dieci anni, è scritto nello studio, elaborato su dati ufficiali pubblicati sul sito del ministero dell’Istruzione e del merito, in Italia sono state sbarrate le porte di oltre 2.600 scuole, solo nel segmento delle scuole dell’infanzia e primaria (che, come noto, interessano gli alunni tra i 3 e gli 11 anni di età). E nei prossimi cinque anni si può stimare che ne chiuderanno almeno
altre 1.200, tra statali e paritarie”.
Se è vero, nella sua drammaticità, quanto rilevato nello studio, che pone come prioritaria la necessità di ampi flussi migratori, dall’altra assistiamo alla inconsistenza del sistema italia in tutti i suoi fronti: dalla accoglienza alla formazione, sino addirittura alla programmazione scolastica.
E’ vero, ci sono meno bambini, ma non è così dappertutto. Nelle zone ad alta industrializzazione ed ad alta densità di lavoratori dipendenti, grazie ai ricongiungimenti familiari, assistiamo ad un fenomeno contrario. Evviva!
Dovremmo esserne tutti felici! E lavorare per facilitare l’ingresso a scuola di questi bambini! Ma la “politica” e le amministrazioni, senza, appunto, alcuna visione di quanto avvienenei quartieri, effettuano interventi di ridimensionamento in modo orizzontale.
Risultato?
A Sestri Ponente, per esempio, grazie al carico di lavoro assicurato nei cantieri navali, affluiscono numerosi lavoratori con le loro famiglie. E nei prossimi anni aumenterà ancora il numero!
Questi lavoratori hanno enormi difficoltà a trovare posto per i propri figli nelle scuole di Sestri Ponente! Più volte vengono “rimbalzati” da un istituto all’altro con la solita motivazione “ci dispiace, siamo a tappo”.
Cosa vera, con i ridimensionamenti ormai le classi delle primarie e secondarie sono classi “pollaio” di 26/27 bambini…
Oltre a ciò assistiamo a casi assurdi! Ad esempio un operaio ha dovuto lasciare il lavoro perché hanno inserito i 2 figli (in età per le primarie, e quindi con l’obbligo di essere accompagnati a scuola) uno a Rivarolo (lo accompagna la mamma) e uno a Sestri (lo accompagna il papà) per cui il lavoratore ha dovuto cercarsi un lavoro in altre fasce orarie!!
Oppure altri bambini in età per la secondaria.. 11 e13 anni, alle cui famiglie il provveditorato ha chiesto se sono disponibili ad andare a Voltri o a Bolzaneto (SIC!)
Ma, noi ci chiediamo, qual è il problema?
Le strutture ci sono (non sono stati chiusi istituti)
Gli insegnanti ci sono (tantissimi precari aspettano solo di essere chiamati)
I bambini ci sono!
E allora Provveditorato, Regione, Comune: sveglia!
I figli degli operari devono poter andare a scuola nei quartieri dove vivono!
C’è bisogno di più classi, di più ore di potenziamento, di corsi intensivi di lingua italiana!
Pertanto richiediamo un incontro urgente alla Regione ed al Provveditorato su questi temi e invitiamo genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, lavoratori ad un incontro pubblico presso la Sala Manifattura Tabacchi per martedì 17 ottobre 2023 alle ore 17.


