Dai mezzi dell’Esercito a Bergamo con le vittime del Covid, alle bombe che disintegrano case e vite, occorre aiutare i ragazzi a comprendere cosa accade intorno.
Si tratta di bambini e adolescenti, alcuni al fronte, altri in fuga. I più fortunati protetti nelle loro camerette. Per tutti il ricordo del prezzo pagato negli ultimi due anni di pandemia e il timore per il conflitto in corso. Il filo comune resta l’isolamento e quella possibilità negata di crescere serenamente. C’è chi si è letteralmente fermato, bloccato, isolato davanti ad un tablet e chi invece, ha ricevuto una “sveglia”, l’obbligo di crescere in fretta e imparare a combattere quando ancora ci sarebbe il bisogno, e il diritto, di giocare e sognare.


