Il consulente legale sui diritti di cittadinanza, originario del Paese “di fronte” o delle aquile e oggi residente nella perla lacustre di Verbania in Piemonte, ha condiviso con il nostro collega della Rai Stefano Tallìa, Presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti (entrambi nella foto di apertura) un percorso di storia, socialità e riscossa civile avviato nell’agosto del 1991 con l’arrivo, nel Porto di Bari, della nave Vlora che proveniva da una Nazione all’epoca sconosciuta e implosa proprio in quell’anno a causa di una feroce dittatura isolazionista e ateista
https://youtu.be/GUcZdDSBPh4?si=6ykQMvjB91vswP45
Esattamente 34 anni fa iniziava, in maniera drammatica e dirompente, una Storia fatta di tante storie, individuali e intrecciate: quella, di dignità corale e personale, delle molte migliaia di cittadini Albanesi che avrebbero dato vita a una comunità Italiana in Italia, utilizzando gli strumenti normativi e legali di una legge quadro generale, in materia di conseguimento della cittadinanza, entrata in vigore, per una di quelle bellissime coincidenze che accadono, esattamente nel medesimo momento storico di grandi cambiamenti interni e globali.
Su una popolazione stimata in 600.000 uomini e donne, ben 200.000 hanno ottenuto la cittadinanza italiana, diventando nel frattempo padri e madri di famiglia, lavoratori e professionisti qualificati e richiesti in ambiti dall’artigianato alle arti creative, dalla docenza didattica alle professioni liberali come l’avvocatura, dall’edilizia al sindacato. “È per questo che ho voluto realizzare questo docu film che riassume e ripercorre 13 storie emblematiche, rappresentative di un mondo ricongiunto a quello italiano e dove le narrazioni hanno in comune un inizio fatto di incredulità e diffidenza da parte dell’Italia, ma che poi si è evoluto in un abbraccio reciproco e sempre più stretto fino ai giorni nostri”.
Tredici interviste, dunque, a uomini e donne che hanno condiviso, con l’interlocutore e con il pubblico, le ansie e le incertezze del “debutto” nella realtà del Belpaese, che loro avevano conosciuto solo attraverso i canali TV seguiti clandestinamente oltre Adriatico, e successivamente la gioia di poter vedere realizzati i frutti professionali e morali del proprio impegno nei sacrifici, negli studi, nella specializzazione continua. Arrivando a condividere, al pari di noi tutti, le difficoltà e i momenti di crisi che hanno purtroppo scandito e stanno tutt’ora scandendo la società italiana in diversi ambiti settoriali, con l’obiettivo di contribuire a fronteggiarle e superarle assieme a noi.
Il docufilm dedica inoltre uno spazio alle comunità Arbereshe, presenti da molti secoli nel Centro e Sud Italia, a seguito delle migrazioni avvenute tra il 1400 e il 1500 in coincidenza con la dominazione ottomana dei Balcani occidentali, e che hanno tramandato fino a oggi, in molte municipalità di Calabria, Puglia e Sicilia, tradizioni, idiomi linguistici e costumi. Ciò che costituisce una sfida per i cittadini e le cittadine Albanesi emigrate nei primi anni novanta del novecento: recuperare integralmente il valore e il significato dell’essere diaspora e ponte culturale con la terra d’origine scoperta, in termini turistici e di accoglienza, da sempre più italiani.
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