Le nuove tecnologie emergenti, l’intelligenza artificiale generativa, i modelli “pay or ok” e l’addestramento dei sistemi di IA tramite web scraping (raccolta di informazioni sul web, ndr) accanto a attività più consolidate come il contrasto al telemarketing aggressivo, la tutela dei soggetti più vulnerabili e la protezione dei dati sanitari: questi i tanti, diversi fronti su cui è stato impegnato il Garante per la privacy, secondo quanto emerge dalla Relazione annuale presentata oggi in Parlamento.
“Nell’arco di un anno e mezzo, l’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa, è stata protagonista di una vera e propria rivoluzione tecnologica, sociale, culturale, politica, antropologica. Con il rischio dell’effetto ancora, la tendenza ad affidarvisi senza senso critico né volontà di approfondimento con approccio quasi oracolare” ha puntualizzato il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, nella presentazione della relazione, nella Sala della Regina di Montecitorio. Secondo Stanzione, tuttavia, “serve l’algoretica, un’impostazione etica nel governo della tecnica, con senso del limite e del rispetto del primato della persona”. Secondo il Garante, inoltre “si avverte sempre di più l’esigenza di mettere l’uomo al centro del processo di innovazione, con i suoi diritti e libertà perché non divenga schiavo della stessa potenza che ha creato”.



