Il 2024 si sta rivelando un anno record per la borsa americana

0
13

Da inizio anno l’indice standard and poor 500 (che segue l’andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione) è cresciuto del 24% circa oltrepassando per la prima volta la soglia psicologica dei 5800 punti, miglior risultato di un anno elettorale prima dell’elezione presidenziale, spinto dai numeri trimestrali, in particolare dalle banche.

La solidità dell’indice americano è solo parzialmente afferrata dal mercato UE che tentano un rimbalzo poco convincente nelle ultime sedute. Petrolio molto volatile e prezzo dell’oro sono in costante aumento, con molti analisti che prevedono un trend rialzista continuo nel 2024.

C’è poi il boom della tecnologia (in crescita del 30% circa) e la spinta dell’intelligenza artificiale con gli acquisti che, comunque, negli ultimi tempi si riferiscono al listino nel suo insieme, mentre i dati sull’inflazione hanno spinto il dollaro sui massimi da due mesi, mentre l’effetto ricchezza sostiene i consumi.

In Eurozona il peggioramento del sentiment è stato decisamente accentuato in Germania con l’indice manifatturiero crollato a 40 punti, mentre in Francia l’indice PMI è sceso di quasi sette punti ai minimi da marzo.

In uno scenario di espansione controllata ma assidua con evidenti segnali di calo dei prezzi da permettere alle banche centrali di innescare un percorso di politiche monetarie accondiscendenti il must di un portafoglio di investimenti è l’approccio cosiddetto multi asset ovvero un processo che garantisce una esposizione a un mix variegato di stili di investimento o di asset class, normalmente costituita da titoli azionari e obbligazionari abbinati a investimenti alternativi come real estate, materie prime, oro.

L’obiettivo è quello di generare rendimenti e contemporaneamente gestire il rischio controllando e gestendo l’impatto dei fattori di mercato.

Questa tipologia di fondi sono una soluzione a tutto tondo, soprattutto nelle fasi di volatilità dei mercati. Per quanto riguarda l’Asset Allocation l’azionario rimane l’asset class di riferimento, da accumulare senz’altro se poco presente nei portafogli: gli acquisti sono tornati a guardare i listini nel loro complesso,e la spinta all’azionario è innegabile; così come è fuori discussione che un forte sostegno al mercato azionario sia arrivato dai tanti buy back miliardari messi in campo.

C’è valore per gli investitori, con un posizionamento in linea con la capitalizzazione degli indici globali e un equilibrio degli indici valure/growth e dividend. Focus sui fondamentali: la stagione degli utili è senz’altro soddisfacente. Tra i megatrend l’intelligenza artificiale nel lungo termine ovviamente, le infrastrutture, i beni di lusso e la salute.

Rendimenti in calo invece per il mercato obbligazionario: la regolarizzazione delle politiche monetarie impatterà la parte breve della curva (1/3 anni), da privilegiare rispetto alla parte lunga (7/8 anni) con un approccio rigoroso e ben diversificato, privilegiando sempre una strategia attiva attenta alla volatilità su tassi e valute. Privilegiare la sottoscrizione di Fondi Multiasset per favorire la decorrelazione dei mercati.

Tra gli strumenti di diversificazione anche i PIR (piani individuali di risparmio), introdotti con la legge di stabilità 2017 per aumentare gli investimenti nelle aziende nazionali, mediante il contributo delle persone e fisiche italiane.

Per beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla legge , è obbligatoria la detenzione di ciascun investimento annuale per almeno 5 anni.

Francesco MEGNA