IL CALCIATORE, IL PROF, L’EX SENATRICE: ECCO CHI HA CONQUISTATO LA FASCIA TRICOLORE SULLO SFONDO DELL’ASTENSIONISMO GALOPPANTE

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Crollano Monza e Alessandria, dove forzisti berlusconiani e leghisti erano super quotati, mentre a Cuneo vince la tradizione del centrosinistra civico allargato

Smentito il paradigma dell’unità come precondizione vincente per il centrodestra.
Adesso l’allarme è sul deficit di partecipazione popolare democratica.

Il calciatore a Verona, il professore a Monza, l’ex senatrice a Cuneo.

Sono questi alcuni degli identikit di coloro che, ai ballottaggi appena svolti, hanno conquistato la fascia Tricolore nei rispettivi Comuni sullo sfondo di un astensionismo galoppante e inquietante.
Mai era avvenuto che, nella scelta del proprio Sindaco, una comunità cittadina rinunciasse a recarsi ai seggi in misura di 6 elettori ogni dieci aventi diritto.

Sintomo della circostanza per la quale oramai la politica comunale, quella svolta all’ombra del campanile del proprio quartiere, viene avvertita né più né meno come una propaggine di quella nazionale, con tutti i difetti e i pochissimi pregi che la contraddistinguono nell’immaginario collettivo.
Sintomo, altresì, della amara constatazione di come un sindaco, per quanto sia la figura istituzionale più prossima al cittadino, non disponga degli strumenti pratici necessari a risolvere il disagio economico e sociale dilagante nei quartieri tra caro bollette, aumento dei prezzi, tasse che nel migliore dei casi non calano, lavoro povero o introvabile, insicurezza, servizi pubblici chiusi o ridotti.

Data questa premessa, il cambiamento di scenario politico amministrativo che si verifica in un Comune è pertanto la conseguenza dello spostamento di determinati gruppi militanti o portatori di interessi da un candidato all’altro e da uno schieramento all’altro. Va infatti ricordato che, sebbene depauperato sul piano delle risorse messe a disposizione dallo Stato e dalla Regione, un Sindaco è titolare di importanti poteri di nomina, da un certo numero di consiglieri all’interno delle fondazioni bancarie, laddove presenti, fino alle società partecipate e ai consorzi di area vasta nei vari ambiti dall’ecologia alla socio assistenza.

A ciò, in via straordinaria, si aggiungono le competenze tecniche speciali legate alla gestione di una rilevante quota parte dei fondi europei del Pnrr, la cui operatività è destinata a coincidere proprio con il mandato quinquennale degli amministratori locali scaturiti dalle urne di questa ultima domenica di giugno.

Compiuto questo doveroso prologo, ecco come si presenta lo scenario municipale dopo il voto di ballottaggio.

Si parte da un duplice paradosso: Monza, che nelle intenzioni della vigilia per il centrodestra avrebbe dovuto rappresentare la roccaforte politico calcistica del berlusconismo – per i molti interessi sportivi e imprenditoriali del fondatore di Forza Italia e suo Senatore Galliani – è stata aggiudicata dal responso dei seggi al Professor Paolo Pilotto che ha recuperato in 15 giorni uno svantaggio di 7 punti iniziali; di contro, il Comune di Verona, da roccaforte politica verde azzurra – prima della scissione dell’ex sindaco leghista Tosi -, ha visto protagonista fin dal primo turno l’ex calciatore romanista Damiano Tommasi.

A Cuneo, capoluogo di quel sud Piemonte che guarda alla Francia, a vincere è stata invece la tradizione del centrosinistra civico allargato che, negli anni, ha assorbito il moderatismo democristiano diventando il punto di riferimento di una vasta rete di interessi economici e sociali, dalla fondazione bancaria cittadina CRC – una delle più importanti d’Italia a livello patrimoniale ed erogativo che fa parte adesso dell’azionariato di Intesa Sanpaolo (dopo l’acquisto da parte di quest’ultima di UBI banca di Bergamo) – fino alle società di gestione dei pubblici servizi come quello idrico a perimetro provinciale. La ex senatrice del partito democratico Patrizia Manassero, vicesindaca uscente, dopo avere sfiorato la vittoria al primo turno, riceve pertanto dall’uscente Federico Borgna la fascia Tricolore e, in tutta probabilità, anche quella di presidente della Provincia.

Se la tranquilla città prealpina di Cuneo non destava pertanto particolari sorprese, desta clamore quanto avvenuto sempre in ambito piemontese in un altro capoluogo, quello di Alessandria che guarda viceversa alla Lombardia: qui l’attenzione era ai massimi in quanto si tratta della città elettiva di Maurizio Molinari, capogruppo della Lega e di fatto numero due di Salvini, che puntava alla riconferma del sindaco uscente Cuttica di Revigliasco; riconferma negata dalla scelta della maggioranza degli elettori votanti andata a favore di Giorgio Abonante del PD.

Che dire in conclusione? Mai come in questo caso la frase di circostanza per la quale “sarò il sindaco di tutti, anche di chi non mi ha votato” assume un rilievo particolare, perché ciascun nuovo primo cittadino rappresenta di fatto il 25 per cento degli aventi diritto del proprio Comune, e la sua sfida sarà quella di dover amministrare “l’altra città”.

Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI