A Trump sono venute due caviglie che sembrano degli zamponi natalizi. Diffusa la notizia del suo problema venoso, gli americani si sono precipitati in giardino a festeggiare con barbecue e fiumi di birra bionda, ma pare che il Padreterno non abbia così fretta. Come se volesse che il presidente americano sistemasse i suoi conti prima di congedarsi. E come se volesse che tutti noi comuni mortali comprendessimo quando sia deleteria la pandemia narcisistica che ci affligge. La realtà intanto si conferma molto peggio del complottismo. Pare che perfino la moglie Melania sia il frutto degli anni spensierati che Trump ha trascorso con quell’incallito pederasta di Jeffrey Epstein. I due erano culo e camicia ma serve la prova che lo ritrae col sorcio in bocca. Bisognerà poi vedere se quel fessacchiotto di Trump sapeva che dietro a quella porcilaia c’erano i servizi segreti appollaiati. In caso contrario, è in quegli anni che si è dimostrato un ottimo presidente per lo stato profondo. Trump non beve e non fuma, ma prima di appendere il pisello al chiodo erano le ragazzine la sua droga, insieme a quella dell’oro con cui ha tappezzato anche i suoi novantaquattro cessi.
Ma si sa, i soldi non bastano mai e la politica offre lussi inestimabili per un ego tossico, un immenso potere pubblico ed un immenso palcoscenico su cui mettersi in mostra e compensare le sberle ricevute da bambino. Perché se i tuoi genitori ti disprezzano o non ti cagano, poi passi la vita a convincere il mondo intero e te stesso di quando sei fenomenale. Se la terra gira attorno al sole, la vita gira attorno al nostro ego. È per farci capire queste cose che il Padreterno invece di spedirlo all’inferno gli ha permesso di tornare alla Casa Bianca a collezionare disastri e spargere caos per coprirli. Trump ha un dannato bisogno di attenzione e ammirazione.
Quelle che non ha ricevuto in tenera età. Tutto il resto è un misero dettaglio. Ha bisogno di autoconvincersi di essere il migliore presidente della storia americana mentre anche i topi della metropolitana di New York han capito che è il peggiore. Ha bisogno di riflettori permanenti, di leccapiedi rigorosi e instancabili e di restare rinchiuso nella sua bolla esistenziale perché al di là del suo ego ferito è nebbia fittissima. Un delirio narcisista. Ha promesso trasparenza ed invece insabbia tutto perché si scopre che è lui il socio del mostro, il coprotagonista dello scandalo che aveva promesso di rivelare. Realtà che supera il complottismo. Ha raccattato voti tra i poveri cristi e poi li ha traditi massacrando quel poco di stato sociale che passa il convento americano. Ha raccatto voti dalle comunità ispaniche e poi le sta deportando ed ingabbiando come se fossero bestiame. Ha raccattato voti dalle comunità musulmane salvo dimostrarsi il più servile tra i maggiordomi presidenziali di Netanyahu.
Ha raccattato voti promettendo di abbassare i prezzi ma l’inflazione galoppa e questo perché il mondo intero pensa che i dazi siano una stronzata pazzesca e allora lui si è impuntato ed insiste. Per dimostrare anche a se stesso di essere un fenomeno e non da baracconi. Ha raccattato voti promettendo di tagliare la spesa pubblica per evitare il fallimento e con l’ex socio Musk ha fatto finire per strada migliaia di persone salvo poi aumentatarla, anche quella militare. E poi c’è ancora qualcuno che si sorprende se la diarrea lo supera negli indici di gradimento. Ed è proprio quella della pace la fregnaccia più clamorosa. In soli sei mesi Trump ha bombardato lo Yemen e l’Iran mentre nell’olocausto di Gaza si è sporcato le mani di sangue peggio di Biden. Roba che sarebbe capace di rilanciare il suo resort di lusso quando nella Striscia saranno tutti morti. E che dire della guerra in Ucraina che ha promesso di far finire in 24 ore. Davvero un pagliaccio. Quando Putin ha ricevuto l’ultimatum di 50 giorni se l’è fatta sotto ma dalle risate. Deve aver scosso la testa sconsolato come fanno gli adulti davanti ai bamboccioni impenitenti. Trump ha spessore e coerenza di uno speculatore edilizio e quegli imbecilli degli europei si son messi lo scolapasta in testa e gli vanno pure dietro.
Davvero un delirio. Adesso si mettono di mezzo anche i problemi di salute con delle caviglie che sembrano degli zamponi. Ma salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, pare il Padreterno non abbia così tanta fretta e i festeggiamenti sono rimandati. Come se volesse che il presidente americano sistemasse i suoi conti prima di congedarsi. E come se volesse che tutti noi comuni mortali comprendessimo quando sia deleteria la pandemia narcisistica che affligge l’umanità e di come sia dentro di noi la strada per un mondo migliore.
(Tommaso Merlo)


