Il castello Francesetti di Mezzenile:  Tra storia, cultura ed architettura, una residenza signorile delle Valli di Lanzo

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MEZZENILE  (TO)- “Il castello di Mezzenile costituisce un nobile esempio di quella tipica edilizia  residenziale piemontese a carattere signorile…”

Con questa motivazione nel 1970 la Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici della Regione Piemonte impose all’intero complesso il vincolo storico-artistico. La struttura è comunemente nota come “Castello Francesetti”; vediamo il perché.

Munita di quattro, belle, torri laterali che sovrastano l’edificio posto su tre piani fuori terra, la complessa struttura si erge per essere ammirata, là, in alto sulla collina di un piccolo paese delle Valli Lanzo, Mezzenile (il cui nome deriva da “mezzanetto”, luogo posto in mezzeria sulla vallata). Posto al di fuori delle principali arterie del grande turismo e dello scorrimento domenicale, il comune e l’intero territorio hanno conservato, con questo castello ma non solo, tutto il loro fascino, antico, storico e paesaggistico.

Il nome di Mezzenile è documentato fin dal 1289, quando Guglielmo VIII del Monferrato insediò in questo luogo una società per lo sfruttamento delle locali miniere di pirite per l’estrazione del ferro. Quando però fu sciolta la Castellania di Lanzo, nel 1725 Vittorio Amedeo II concesse il feudo al senatore Guglielmo Beltramo di Monasterolo e nel 1791, alla morte di questi, che era privo di figli, la proprietà passò a Michele Antonio Francesetti conte di Hautecourt e a suo fratello capitano Vittorio Francesetti per la somma di 14.000 lire.

Il complesso del castello Francesetti di Mezzenile, però, pare fosse sorto fra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo come abitazione padronale (diventando poi dimora estiva dei Francesetti), grazie alla fortuna economica accumulata grazie allo sfruttamento di un centinaio di fucine per la produzione di chiodi, col ferro ottenuto dalla pirite.

Il complesso architettonico è formato dall’aggregazione di più strutture edilizie cresciute con gli anni: il castello vero e proprio, la cappella, la foresteria e le stalle (poi trasformate in panetteria). E’ probabile – come indicano le condizioni  delle mura che lo circondano –  che preesistesse un insediamento edilizio più antico, ma dall’archivio Malgrà-Francesetti si può risalire solo alla prima stesura del  progetto di quest’opera, figlia di un architetto ignoto e realizzata da maestranze locali. Esso è rappresentato dall’iconografia “Plateau dans le Bassin de Mezzenile” curata dalla contessa Albertina Malgrà-Francesetti e inserita nel volume scritto dal di lei marito “Lettres sur les Vallées de Lanzo”, dove possiamo vedere raffigurata la pianta rettangolare dell’edificio con l’ultimo piano ed il suo loggiato tutto aperto scandito da una serie di archi a tutto sesto delimitanti il perimetro del fabbricato, la copertura a falde ed una costruzione che sarà poi la foresteria.

In questa prima fase, sei-settecentesca, furono creati due ingressi tutt’ora agibili, il primo ad est, con il portone principale ed una scalinata che consentiva l’accesso al cortile antistante l’abitazione, ed il secondo a nord dove un ponticello permetteva il passaggio delle carrozze.

Sulla cappella, dedicata a San Bartolomeo apostolo, San Barnaba ed alla Santissima Sindone, si hanno le prime notizie nel diario del 1752 dell’Arcivescovo di Torino: abbastanza capiente da poter ospitare circa 40 fedeli, pare disponesse di un campanile di cui non rimane che questa nota; sul portone un bassorilievo di Madonna con Bambino; all’interno una pala d’altare con il Sacro Cuore di Gesù del pittore Morgari. Oltrepassata la sacrestia, da una porta si giungeva nelle stanze di Giovanni Battista Francesetti, padre del conte Luigi, proprietario e manutentore pro-tempore della cappella.

Il conte Luigi, nell’Ottocento, alla morte dei genitori acquisì i diritti su Mezzenile, ed iniziò un ammodernamento dell’intera struttura, che subirà le modifiche più importanti: un orologio solare sopra il  tetto, la costruzione delle 4 torri (la prima nel 1833, a seguire la seconda nel 1834 e, si suppone coeve, le altre due), la decorazione ad affresco delle facciate e l’ampliamento delle stalle. Anche il giardino venne rivalutato, accomunando decori floreali ed artistici con alberi da frutta. Una grande quercia secolare è testimone dell’antica piantumazione.

Infine la foresteria – in origine destinata agli ospiti illustri – assunse una pianta rettangolare che si sviluppa su tre piani, con archi e loggiato coperto a piano terra e arcate poste sull’ultimo piano.
La fase novecentesca vede il progressivo degrado ed abbandono dell’intero complesso; questo perché nel 1930 il castello fu venduto al dottor Perotto che vi soggiornava solo sei mesi l’anno e lasciava ad una coppia di custodi l’incarico della manutenzione dell’immobile.

Nel dopo guerra però, morto il dottore, il complesso fu diviso in più proprietà (almeno tre): il castello e la chiesa (la cappella non più adibita al culto divenne un magazzino), poi le stalle e le due abitazioni annesse che subirono altri degradi (le arcate furono tamponate, mentre le stalle furono trasformate in panetteria); una parte venne rialzata di un piano negli anni ’50, il muro orientale e il giardino  smantellati per far spazio a una tabaccheria.

Tralasciando gli alti e bassi degli “anni di mezzo”, bisogna aspettare gli anni 2000-2010 per vedere il Comune gradualmente acquistare quelle proprietà (sindaco Roberto Grappolo), con un progetto che ha visto in primis riportare il più possibile l’architettura alle condizioni originarie, poi restaurare l’intera struttura, quindi trasformarla in un bene con servizi pubblici, con il nome “Borgo Conti Francesetti”.

Luigi Francesetti di Hautcourt (Torino 10 gennaio 1776 – Torino 20 marzo 1850), fu un nobile conte piemontese, sindaco di Torino nel 1828 e presidente dell’Accademia di Agricoltura dal 1836 al 1838. Nel 1823 scrisse le sue famose “Lettres…”, prima descrizione scientifica di questo territorio, in cui riassunse il risultato delle ricerche scientifiche sul campo, frutto delle sue vacanze estive nel castello di Mezzenile; infatti compiva escursioni munito di strumenti scientifici (termometro e barometro a mercurio…), con i quali faceva osservazioni e misure agronomiche oltre che ricerche su rocce, flora e fauna locale e sulla vita dei montanari.

Discendente dei conti originari di Ceres, fu anche imprenditore ed intellettuale; sposò Angela figlia del conte Renato di Malgrà dalla quale ebbe sei figli. E’ sepolto nel Cimitero Monumentale di Torino.

Nella foto, estratto da una antica cartolina, il Borgo del Castello di Mezzenile

Fonti:
<> Vari siti in Rete;
<> Marcella Beltramo – Il borgo Conti Francesetti a Mezzenile (TO) dal rilievo geo referenziato al progetto di valorizzazione. Tesi di laurea. Relatori: Carla Bartolozzi e Antonia Teresa Spanò. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione), 2010;
<> La famiglia Francesetti: allegato in PDF del comune di Mezzenile;
<> Luigi Francesetti – Lettres sur les Vallèes de Lanzo, Torino, 1823;
<> Wikipedia – Enciclopedia libera del web.

Franco Cortese  Notizie in un click