Il Cile sceglie la destra per riscrivere la Costituzione

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I cileni, dopo la bocciatura del primo testo elaborato dal governo Boric nel 2022 e la violenta esplosione sociale del 2019, in una società frammentata e caratterizzata da una politica di disuguaglianze, domenica 7 maggio si sono affidati alle forze conservatrici, in un nuovo tentativo di rinnovare le basi costituzionali

Il Cile ha scelto di virare a destra con la clamorosa vittoria alle urne per le elezioni dei 50 consiglieri incaricati di redigere la nuova proposta di Costituzione su quella ereditata dalla dittatura di Augusto Pinochet.

Il Partito Repubblicano guidato dall’ultra conservatore José Antonio Kast ha avuto la maggioranza ottenendo il 35,4 per cento dei consensi, riuscendo ad aggiudicarsi 22 seggi insieme alla coalizione di centro destra, “Chile Seguro”, che ha strappato il 21.1% aggiudicandosi 11 seggi. In questo modo il nuovo organo potrà contare su almeno 33 seggi mettendo all’angolo di fatto la coalizione di Gabriel Boric, uscita da questa tornata elettorale con il 28,4% delle preferenze e appena 17 seggi. Un risultato, al di fuori di ogni previsione, che ha visto le coalizioni di sinistra non raggiungere neanche il minimo di 20 voti sufficienti per opporre il veto alla destra che non avrà bisogno di accordarsi con la sinistra e tracciare così la rotta per la nuova “Magna Carta”.