La ricetta partorita dall’élite occidentale per porre fine a questo orribile conflitto, di cui vittime innocenti sono i civili ucraini e i giovanissimi di leva russi sbattuti al fronte ad immolarsi, senza preparazione, né lo straccio di una motivazione, è stata armi, armi e ancora armi a Zelensky. Ciò, nonostante lo stesso Biden abbia dichiarato, alcuni giorni fa, che sono ben 8 anni che gli Usa e la Gran Bretagna forniscono armi ed addestramento all’esercito ucraino e sue appendici.
Le armi l’Ucraina ce le ha già e, tornando ai fatti di casa nostra, non saranno certo i fondi di magazzino degli arsenali italiani, che peraltro finiscono in tutt’altre mani che quelle ucraine, a fare la differenza. Ma tutto questo fa parte della quinta essenza del banchiere Mario Draghi volta solo a riaffermare la sua fedeltà cieca ed acritica alla consorteria atlantica.
Anche se questo ha comportato fare carta straccia del nostro dettato costituzionale. Anche se tale scelta è sbagliata perché va platealmente contro il sentiment del popolo italiano che governa (senza mandato popolare) e che di assumere il ruolo del co-belligerante, in questo conflitto, non ne vorrebbe sapere. Il popolo italiano avrebbe voluto, lo conferma un secco 69% dei sondaggi, che l’Italia assumesse il ruolo di mediatore.
E chissenefrega se l’Italia e il resto d’Europa sprofonderà nella recessione. Chi si azzarda a ventilare altre strade viene ignorato (vedi papa Bergoglio) o marchianamente censurato (vedi in Italia l’esperto di politica internazionale Orsini ed una ristretta cerchia di giornalisti ed intellettuali di tutto il mondo).
Roberta Labonia



