Il corridoio otto, o corridoio blu, dopo 32 anni sta iniziando a diventare una realtà tangibile per l’economia reale dei Paesi coinvolti
A partire da Albania e Macedonia del Nord, due Stati che sono storicamente uniti dal vicinato geografico, dallo status di candidati all’Unione Europea e, da oggi, dalla dogana unificata in corrispondenza del punto di confine di Qafe Tane, in prossimità del lago Unesco di Ocrida sul versante albanese. Dove lunedì mattina il Primo Ministro Edi Rama ha ospitato una cerimonia ai massimi livelli assieme alla Vicepremier Belinda Balluku e al nuovo Ministro dell’interno Taulant Balla, tributando gli onori di casa al proprio collega e omologo capo del Governo macedone Dimitri Kovacevski.
I due Presidenti del Consiglio hanno infatti proceduto alla inaugurazione del punto unitario doganale denominato One Stop One shop, tradotto: un unico stop alla dogana, un unico controllo dei passaporti e dei documenti civili, amministrativi e commerciali valevole per entrambi i Paesi, senza più duplicazioni di code e di attese.
Un momento storico per pendolari, frontalieri, turisti e imprenditori che movimentano merci nel perimetro dei Balcani occidentali. Un risultato reso possibile dalle accelerazioni impresse dall’iniziativa Open Balkans, Balcani aperti, promossa da Edi Rama assieme al Presidente della Serbia Aleksander Vucic e al collega macedone Kovacevski (e al predecessore Zoran Zaev).
“La giornata di oggi assume una valenza storica – ha dichiarato Edi Rama – perché apporta un contributo molto significativo alla causa del Corridoio otto e del corridoio blu, che dopo anni e decenni assume una caratteristica di concretezza e di tangibilità di fronte ai cittadini, ai turisti e agli operatori economici. Oltre 700mila persone e oltre 350mila veicoli hanno attraversato il punto di confine di Qafe Tane nel corso dei primi 6 mesi di quest’anno, e si tratta di numeri destinati a crescere a seguito della data odierna che segna l’inaugurazione di una svolta storica.
Il corridoio otto o Corridoio blu consiste in un mix di infrastrutture materiali, sia autostradali che ferroviarie, e di semplificazioni di carattere amministrativo condivise dagli Stati interessati.
Albania e Macedonia del Nord procedono in tale direzione non solo perché hanno lo status di Paesi candidati ufficialmente all’Unione Europea, ma perché è giusto che procedano così in quanto facenti parte di una regione, i Balcani occidentali, fondamentale per la sicurezza e lo sviluppo dell’Europa intera. Dobbiamo agire e procedere a prescindere dai tempi imposti per l’adesione alla UE e dalle procedure dei negoziati con Bruxelles”.
“La facilitazione della mobilità delle persone e delle merci – ha aggiunto la Vicepremier Belinda Balluku – è una missione che il governo Rama ha assunto fin dall’avvio del proprio mandato elettivo nel 2013. Quello che fino a qualche anno fa sembrava utopico, adesso è una realtà toccabile con mano attraverso la piena economizzazione dei tempi. Il corridoio otto, la cui concreta ripartenza è stata resa possibile dalla conferenza di Tirana dello scorso dicembre fra UE e Balcani occidentali, è la risultante di un connubio fra cantieri di infrastrutture e semplificazioni amministrative, perché l’accelerazione dello sviluppo economico non può prescindere né dal primo né dal secondo fattore, che viceversa devono procedere di pari passo”.
Il capitolo del corridoio paneuropeo è stato al centro della conferenza internazionale di Brindisi promossa la scorsa settimana dal Vicepremier del governo italiano Antonio Tajani assieme ai colleghi Ministri degli esteri di Albania, Macedonia del Nord e Bulgaria, come elemento di stabilizzazione e di integrazione continentale di area vasta.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




