A tracciare la stima, i ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington, in uno studio pubblicato sulla rivista «The Lancet». Lo studio esamina le morti avvenute tra il 2020 e il 2021 in 191 Paesi. Tra questi, anche l’Italia.
Covid-19: l’eccesso di mortalità nel mondo
I ricercatori hanno confrontato il numero dei decessi registrati nei primi due anni della pandemia (il 2020 e il 2021) e in undici anni precedenti. Le informazioni – tratte da diversi database nazionali e non – sono servite a stimare il numero di decessi in più provocati da Covid-19. Una valutazione che ha prodotto un’ampia variabilità di risultati: con i tassi di mortalità più elevati – riscontrati nei Paesi dell’America Latina (512 morti per 100mila abitanti), dell’Europa dell’Est (345 decessi per 100mila abitanti), dell’area mediterranea (316 vittime su 100mila abitanti) e dell’Africa subsahariana (309 morti su 100mila abitanti).
A livello di singole nazioni, invece, a subire il carico maggiore sono stati l’India (con 4,1 milioni di decessi in più), gli Stati Uniti e la Russia (1,1 milioni), il Messico (798mila), il Brasile (792mila), l’Indonesia (736mila) e il Pakistan (664mila). Queste nazioni – stando ai dati riportati nello studio – hanno fatto registrare più della metà decessi in eccesso rispetto a quelli attesi. Con ogni probabilità, con un’unica causa: Covid-19.
«Capire la reale entità delle vittime provocate dalla pandemia è fondamentale per avere la misura dei decessi che avrebbero potuto essere previsti ed evitati – spiega Haidong Wang, docente di salute globale all’Università di Washington e coordinatore della ricerca -. Il nostro obiettivo è dare il giusto peso all’impatto avuto dalla pandemia sulla salute pubblica. Serviranno comunque ulteriori ricerche prima di trarre delle conclusioni definitive».


