Il decreto Salva Casa è stato convertito in legge. Il governo ha posto la questione di fiducia anche al Senato e ottenuto 106 voti a favore, i contrari sono stati 68 e un senatore si è astenuto. Non ci sono state modifiche rispetto al testo approvato in prima lettura alla Camera. Nella semplificazione edilizia e urbanistica promossa dal ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ci sono i micro-appartamenti da 20 metri quadri, l’abitabilità per i sottotetti, i cambi di destinazione d’uso facili e tolleranze costruttive, cioè differenze consentite tra quanto autorizzato e quanto realizzato, portate fino al 6%.
Mancano, invece, le norme Salva Milano, annunciate più volte ma finora ostacolate dalla mancanza di un accordo nella maggioranza, in merito autorizzazioni edilizie per sanare la situazione delle decine di cantieri di grattacieli e altri immobili a rischio perché considerati dalla procura come possibili abusi.
Queste misure potrebbero arrivare, entro la pausa estiva, in un provvedimento ad hoc, una proposta di legge parlamentare a cui sarebbe poi applicata la procedura d’urgenza. Sarebbe questa l’intesa raggiunta in una riunione tra la maggioranza e il governo, alla presenza di Salvini, alla Camera. Da questo confronto sarebbe emersa la mancanza degli estremi per ammettere il Salva Milano come emendamento al decreto Infrastrutture.
Al centro della questione ci sono cantieri che hanno ottenuto il via libera dall’amministrazione come ristrutturazioni anche se rappresenterebbero interventi radicali che, secondo la procura, avrebbero necessitato di un titolo edilizio e non solo di una Scia. Intanto l’approvazione definitiva del dl Casa è stata festeggiata dalla Lega con una foto di gruppo di tutti i senatori e del leader del partito.


