Il “decreto sicurezza”

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Ma di sicurezza, in quel testo, non c’è nulla

C’è invece una lunga lista di misure che parlano di repressione, paura, propaganda.

Si punisce chi manifesta, chi blocca una strada per difendere un diritto, chi protesta pacificamente per chiedere giustizia sociale o ambientale.

Dentro questo decreto hanno infilato un po’ di tutto: pene più severe per colpire cittadini e movimenti, anni di carcere persino per chi fa resistenza passiva.

E, come se non bastasse, la cancellazione della cannabis light, un intero settore legale mandato in fumo, tredicimila posti di lavoro sacrificati per creare un nemico immaginario da colpire, centinaia e centinaia di milioni di euro che dallo Stato finiranno alle mafie.

In un Paese dove il lavoro è sempre più povero, milioni di italiani rinunciano alle cure e la sanità pubblica è al collasso, l’unica risposta che il governo sa dare è la repressione, è il manganello.

La chiamano sicurezza. Ma è solo propaganda che prova a nascondere la realtà.