“IN FUTURO SOLO INCENTIVI LEGATI A PRODUZIONI NAZIONALI”
Il distretto automotive di Melfi, che orbita intorno allo stabilimento ex Fiat FCA oggi Stellantis di località San Nicola e che per la specifica occasione ricomprende altresì il sistema locale del lavoro (SLL) di Potenza, è ufficialmente dichiarato area di crisi; per la precisione, di crisi complessa tramite il decreto appositamente firmato dal Ministro dell’industria e del made in Italy, onorevole Adolfo Urso, che mette a disposizione iniziali risorse immediate per 20 milioni di euro che serviranno per dare seguito ai primi bandi di riqualificazione e di riconversione produttiva da adottare e rendere esecutivi prima di fine anno.
Perché mai come nel caso del macro settore dell’auto, il fattore tempo può trasformarsi da principale alleato a enorme svantaggio competitivo.
Il decreto del titolare dell’ex dicastero dello sviluppo economico, pertanto, applica una delle possibilità previste dalla legge 181 del 1989: una norma dedicata al contrasto delle conclamate crisi di filiera che colpiscono, si legge testualmente, “territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale e con impatto significativo sulla politica industriale nazionale, non risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza regionale”.
Il rientro dell’area di Potenza, capoluogo regionale lucano, nel perimetro di efficacia del provvedimento consentirà di ricomprendere nella sfera dei benefici un totale di 43 Comuni, e permetterà a un maggior numero di imprese di apportare il proprio contributo alla riattivazione di un sentiero di sviluppo e ripresa delle attività aziendali direttamente o indirettamente legate alle sorti del grande stabilimento del gruppo Stellantis.
Da quest’ultimo scaturiscono, relativamente alla missione assegnata alla Basilicata, i modelli di Jeep Renegade e Compass e di 500X, che nello scorso anno sono stati prodotti per un totale di 165.000 veicoli, in calo addirittura del 60 per cento al confronto con i fasti del 2015 e per effetto della crisi dell’offerta di semiconduttori e chips creatasi dal 2020 a oggi a seguito della prima ondata pandemica.
Il Ministro Urso, nella propria dichiarazione, ha sottolineato l’ottimo lavoro di coordinamento tra il dicastero di Via Veneto e la Giunta regionale lucana, presieduta dal Governatore Vito Bardi, nella consapevolezza di come “la duplice transizione ecologica e digitale rappresenti un’opportunità di rilancio per il territorio di Melfi. In questa ottica, con il riconoscimento dell’area di crisi complessa si mettono a disposizione delle imprese gli strumenti per favorirne lo sviluppo con l’obiettivo di riqualificare e riconvertire tutta la filiera”.
Dichiarazioni naturalmente condivise dallo stesso Presidente di Regione, soffermatosi sul ruolo della propria Giunta che ha operato, in tutto questo tempo e anche nel rapporto con i Ministri e i Governi precedenti, per convogliare “la massima attenzione sull’area di Melfi, in considerazione del momento di crisi che sta vivendo il settore automotive, con talune scelte del legislatore europeo che penalizzeranno le imprese e soprattutto i lavoratori italiani. Come sappiamo tutti, l’automotive a Melfi è fondamentale per il Pil e per la capacità esportativa della nostra regione e quindi abbiamo manifestato tutte le nostre preoccupazioni in ogni sede istituzionale e decisionale e presso ogni Governo”.
L’assunto è piuttosto semplice: la transizione verso l’elettrico non sarà in grado di garantire lo stesso numero di posti di lavoro a cui si era abituati nella fabbrica automobilistica tradizionale, e pertanto ciò comporterà e già ora sta comportando, come dimostrato dal decreto del Ministro Urso, l’esigenza di politiche industriali che vadano oltre la logica dell’assemblaggio e riportino al centro l’indotto e le strategie di autonomo reperimento e produzione delle materie prime, anche in forma di riutilizzo e riuso, occorrenti alla creazione dei componenti per la propulsione e la trazione dei veicoli.
Spezzando in via preventiva le forme di dipendenza esterna del nostro Paese e facendo sì che, in una prospettiva non troppo lontana, il sistema manifatturiero Italiano sia in grado di generare in piena autonomia lo stesso numero di vetture annualmente immatricolate nel territorio nazionale, riducendo progressivamente il ricorso alle importazioni e riportando la soglia produttiva nettamente sopra il milione di veicoli nell’arco del dodici mesi.
Nel corso della propria visita a Foggia, nella vicina Puglia, per visionare l’impianto del nuovo stabilimento di produzione degli autobus targati Iveco – un virtuoso esempio di ri-localizzazione – l’onorevole Urso ha comunicato l’intendimento del Governo di riformare il sistema degli incentivi, tema al centro dell’apposito disegno di legge delega di palazzo Chigi per la semplificazione della galassia degli aiuti alle imprese: il traguardo dell’intervento del dicastero è quello di procurare un sostegno univoco e non dispersivo alla produzione nazionale di filiera di primo e di secondo livello oltre che del solo assemblaggio finale, affinché la necessità di offrire modelli automobistici, economicamente accessibili al ceto medio, si possa tradurre nell’orientamento dei consumatori verso veicoli di integrale manifattura Italiana.
Il recentissimo pronunciamento del G7 a favore della soluzione dei biocarburanti, appoggiata con forza dal Governo Meloni come elemento utile ad accompagnare la transizione ecologica con la salvaguardia dei nostri patrimoni industriali e occupazionali, offre un elemento in più di negoziazione con l’Unione Europea.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




