IL FEDERALISMO DELLA LEGA? TRASFORMARE I COMUNI IN ESATTORI

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Il plenipotenziario ministro Giancarlo Giorgetti, nel corso di una recente audizione dinanzi alla competente commissione parlamentare, ha evidenziato il problema dei residui attivi nei bilanci degli enti locali, ossia i crediti accertati ma non riscossi che ammontano oramai a 85 miliardi aggregati e in vari casi impongono di accantonare cospicue risorse per fare fronte alle sofferenze e alle voci inesigibili

La prospettiva è che il sistema delle autonomie territoriali potrà contare sempre meno sui trasferimenti statali. Il potente esponente leghista del governo Meloni non ha utilizzato perifrasi diverse e lo ha lasciato intendere ai deputati e senatori della commissione sul federalismo fiscale e, loro tramite, alla platea degli amministratori di Comuni, Province e Regioni, anche a costo di sfidare una inevitabile crescente impopolarità fra i cittadini e le imprese amministrate.

“Il rispetto degli equilibri di finanza pubblica, anche alla luce delle nuove regole europee, richiede di avviare riflessioni su quali possano essere le migliori modalità per rafforzare la capacità di riscossione delle proprie entrate da parte degli enti locali e, al contempo, migliorare la collaborazione spontanea di tutti i contribuenti – ha sottolineato Giorgetti -. La riscossione rappresenta un nodo centrale della gestione finanziaria degli enti locali, dal momento che sono sempre più limitati i margini di manovra entro i quali gli stessi possono agire per aumentare il livello delle proprie entrate. La difficoltà nella riscossione costituisce la principale causa delle crisi finanziarie delle amministrazioni territoriali”.

Essa rappresenta inoltre la sola alternativa praticabile all’aumento delle imposte addizionali e delle tariffe sui servizi di competenza comunale, provinciale e regionale, e pertanto, se la raccomandazione ministeriale assumerà rango di atto normativo e applicativo, è lecito attendersi una maggiore aggressività delle procedure esattoriali, sebbene una tale modalità abbia dimostrato il più delle volte effetti di natura controproducente, ignorando le ragioni della crisi, aggravando l’economia sommersa o grigia e non riuscendo a distinguere fra evasione o elusione dolosa e circostanze di necessità.

Nella futura architettura della autonomia differenziata, per come prevista nella legge Calderoli oggetto di richiesta di referendum abrogativo da parte delle opposizioni politiche e sindacali, le addizionali dovrebbero tuttavia essere sostituite dalle compartecipazioni al gettito delle imposte statali e centrali, ipotesi che potrebbe essere vista di migliore occhio dai sindaci e dai presidenti di Provincia e di Regione, poiché volta a deresponsabilizzare i territori e a fare ricadere le colpe su chi governa le sedi polltico-istituzionali nazionali.

Dir politico Alessandro Zorgniotti