Il fumo modifica il Dna anche a distanza di 30 anni dall’ultima sigaretta

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Close-up Of A Woman's Hand Holding Broken Cigarette

Lo studio

I marcatori epigenetici degli ‘interruttori’ dei geni non ritornano mai più nelle condizioni precedenti, nemmeno a distanza di decenni dalla cessazione del fumo di sigaretta, svela lo studio. Gli effetti nocivi del fumo si presentano quindi anche a distanza di 30 anni dall’ultima sigaretta, contribuendo all’insorgenza di gravi patologie cardiovascolari negli ex fumatori e aumentando il rischio di infarti e ictus.
Gli inquinanti ambientali impattano sulla salute ancor prima della nascita

A lasciare una importante impronta genetica sull’essere umano sono anche gli inquinanti ambientali, che impattano sulla salute ancor prima della nascita e già a partire dalla fase della gravidanza.

“Le ricerche sperimentali condotte su placente umane sembrano riscontrare differenti alterazioni epigenetiche a seconda della tipologia di inquinanti più diffusi nelle diverse città, a seconda della predominanza di emissioni da traffico o di tipo industriale, come quello delle acciaierie, sottolinea il rettore dell’Università di Chieti Liborio Stuppia. Sono proprio queste alterazioni epigenetiche ad essere responsabili dell’epidemia di obesità e del calo della fertilità che si diffondono rapidamente a livello mondiale, come risultato delle continue interazioni tra i contaminati ambientali (metalli pesanti, bisfenolo, microplastiche ecc.) e il nostro patrimonio genetico già nel grembo materno o presenti addirittura prima della nascita nelle cellule germinali dei futuri genitori”.