IL GIORNO DELLA GRANDE PANDA? A BELGRADO. LA SCOSSA ALL’ELETTRICO LONTANO DA TORINO MA VICINO AGLI INCENTIVI

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Ieri il Presidente serbo Aleksandr Vucic, il CEO della holding Stellantis Carlos Tavares e il nostro Ambasciatore Luca Gori hanno tenuto a battesimo, in termini simbolici, il modello automobilistico che diventerà seriale soltanto a partire dal prossimo autunno e che uscirà dallo stabilimento di Kragujevac

L’annuncio della nuova linea manifatturiera era stato comunicato dallo stesso Vucic nella scorsa primavera durante una conferenza stampa congiunta svolta nella capitale della Serbia con la nostra Premier Giorgia Meloni, che in Italia è alle prese con i tentennamenti di Stellantis e di Tavares sull’accordo per riportare a un milione annuo il numero minimo di unità automobilistiche assemblate e fabbricate nel Belpaese

Non c’è che dire: si scrive Serbia, si legge industria italiana oltre Adriatico. Nell’arco di soli due giorni, quelli appena trascorsi, nelle ricche aree industriali intorno a Belgrado il Presidente del più grande Stato balcanico Aleksandr Vucic, riconfermato a furor popolare come presidente della Repubblica e come leader del locale partito progressista (area Ppe), ha preordinato due storiche inaugurazioni: una a Nis, con il Presidente esecutivo di Ariston Paolo Merloni, con la posa della prima pietra dello stabilimento che tra qualche mese avvierà la fabbricazione di pompe di calore e di caldaie di ultima generazione con un fatturato esportativo stimato in 240 milioni di euro annui a regime in coerenza con gli obiettivi occidentali del green deal.

Ventiquattr’ore prima, alle porte di Belgrado, la delegazione presidenziale, accompagnata dal nostro Ambasciatore Gori, accoglieva il CEO indiscusso del gruppo Stellantis, Carlos Tavares, per mettere in pista il prototipo di Fiat Grande Panda full Electric, concepita e progettata a Torino ma realizzata dall’altra parte dell’Adriatico nella penisola balcanica e nel cuore della ex Jugoslavia un tempo epicentro europea dell’industria pesante sovietica e oggi centro nevralgico della delocalizzazione di prossimità perseguita dalla UE per accelerare la transizione comunitaria della macro regione west Balkans.

“Questo è un grande giorno di una nuova epopea per la Serbia”, ha affermato Vucic con comprensibile orgoglio: “La fabbrica del colosso automobilistico Stellantis a Kragujevac ci permetterà di diventare uno dei principali produttori di veicoli elettrici, cambiando il volto della Serbia e facendoci compiere un salto di qualità nel futuro. Ciò rivoluzionerà i nostri standard economici e ambientali, nonché i nostri piani strategici in materia di energia”.

“È per me un grande piacere – ha dichiarato quindi il CEO Tavares – essere di nuovo con le squadre e le maestranze di Kragujevac e con i rappresentanti sindacali del territorio, per sottolineare gli impressionanti progressi che sono stati raggiunti da quando abbiamo annunciato questo investimento oramai due anni fa. Questo è certamente un buon momento per riconoscere il team Stellantis in Serbia per le sue encomiabili prestazioni professionali e la dedizione lavorativa, di fronte al Presidente della Repubblica di Serbia onorevole Vucic, che ringrazio sinceramente per il proprio continuo supporto. La società mista fondata nel 2008 sta entrando in una nuova era, con la produzione del modello Fiat Grande Panda, la prima auto elettrica qui prodotta, che contribuisce a fornire una mobilità pulita, sicura e conveniente ai consumatori e ai cittadini di tutto il mondo”.

Basata sulla piattaforma Smart car del gruppo erede di Fiat, la grande Panda si caratterizza per uno stile geometrico squadrato e regolare, che evoca le forme della Panda originale di Giorgetto Giugiaro offrendo la medesima filosofia spaziale e della capienza interna.

Lo stabilimento di Pomigliano d’arco continuerà, almeno fino al 2028, a garantire la linea della Panda endotermica tradizionale.

Con gli incentivi stanziati dalla Premier Meloni e dal ministro Adolfo Urso, la Panda elettrica serba dovrebbe essere accessibile a un prezzo di listino unitario finale di circa 18.000 euro.

Dir politico Alessandro Zorgniotti