Il giorno della vergogna…

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E’ di questi giorni la notizia, a dir poco scandalosa, dell’adeguamento dello stipendio dei parlamentari dell’assemblea regionale siciliana al costo della vita registratosi nel 2022 e legato all’inflazione del 8,1%. Una legge regionale del 2014 infatti aveva introdotto l’automatismo delle indennità legato al costo della vita e quindi anche se in un momento di grave crisi economica i Rappresentanti del Popolo hanno ritenuto opportuno con qualche distinguo di attenersi alla attuale normativa con un aumento per quest’ anno di 890 euro mensili da aggiungersi ai loro emolumenti di 11,100 euro al mese

Una scelta legale e del tutto ineccepibile dal punto di vista giuridico ma ahime fortemente ipocrita e inaccettabile dal punto di vista etico, dal sapore di privilegio per la “Casta” che fa a pugni con la drammatica situazione socio economica della Sicilia. Si resta allibiti nel constatare quanto all’interno del più antico parlamento europeo possano annidarsi Esponenti cosiddetti “Rappresentanti del popolo” dai comportamenti irresponsabili che umiliano le Istituzioni, offendono i cittadini e minano la credibilità della politica.

Un vero e proprio schiaffo ai siciliani che lavorano, ai siciliani che con grandi sacrifici e bassi salari, anche meno di 890 euro, riescono appena e non sempre ad arrivare a fine mese, e a tutti quegli altri in ambasce per aver perso il posto di lavoro o per non averlo mai trovato, nella certezza di non avere più diritto al reddito di cittadinanza.

I 70 Parlamentari, onorevoli disonorevoli, avrebbero potuto evitare l’ennesimo assalto al forziere, investendo sulla sanità, sulla scuola, e sulle infrastrutture. Così il “nuovo” Parlamento siciliano ripresenta gli stessi vizi del passato, un ritorno illuminante ai privilegi, arroccato all’interno del “Palazzo”. Nessun figlio autorevole di questa terra, nessun politico, si è mai preoccupato del grave stato socioeconomico e di arretramento che attanaglia la Sicilia

. La “Casta” interessata più ai propri tornaconti gira le spalle ai reali problemi del popolo siciliano, lasciando che l’isola anneghi nella coltre paludosa dell’abbandono, nel più assoluto degrado, priva di servizi efficienti, con una rete ospedaliera e sanitaria territoriale deficitaria, con una edilizia scolastica precaria, e con un sistema viario (strade, autostrade e ferrovie) del tutto fatiscente. Un’ isola bellissima soffocata dal disinteresse e dal clientelismo più cinico, sfregiata inoltre nel suo tessuto sociale dai continui flussi migratori di tanti giovani alla ricerca di un posto di lavoro.

Di certo lo scenario offerto in questi giorni dalla politica depone male e a pagarne le conseguenze sarà sempre la Sicilia che non sarà in grado di affrontare le sfide del terzo millennio, e incapace di risollevarsi dal suo cronico arretramento. In un momento di grande euforia per i successi ottenuti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura nella lotta alla mafia, in Sicilia si registra la latitanza dello Stato e della politica nel portare avanti le istanze e la crescita di interi territori, quella politica che fiancheggiata da una borghesia affaristico mafiosa ne trae vantaggi economici e elettorali.

(Dott. Paolo Caruso)