Il governo e il rebus dei ministri: Giorgia Meloni verso Palazzo Chigi

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Non vuole rischiare passi falsi, ascolta i consiglieri più fidati; dialoga, riflette mentre la pressione e le attese sull’incarico che la attende salgono rapidamente.

Giorgia Meloni sa che sta andando incontro al “tempo della responsabilità” e all’impegno politico più grande della sua vita. Se qualcuno “pensa di fare il nuovo esecutivo con in mano il manuale Cencelli o piantando bandierine di partito su sedie e seggiole, sbaglia di grosso. Il governo Meloni sarà costruito scegliendo le migliori energie italiane” dichiara tranchant, intervistato dai quotidiani, Guido Crosetto co-fondatore di Fratelli d’Italia. Rassicura.

“Meloni ha la consapevolezza piena delle sfide e delle difficoltà – aggiunge il consigliere che negli ultimi anni ha lavorato, più o meno dietro le quinte, alla lunga ascesa della presidente –  E sa benissimo che, se sbaglierà, non le sarà concessa una seconda occasione: è la sfida della sua vita”. Insomma, cautela.

Priorità dunque ai dossier più scottanti e urgenti da approfondire, tra cui quello relativo alla Nota di aggiornamento al Def (la Nadef) considerata l’urgenza della legge di bilancio che incombe, con l’emergenza del caro bollette. E priorità al lavoro sulla squadra di governo: primo banco di prova della coalizione. Il confronto con Lega e Forza Italia è già cominciato ma, come ricordato a caldo proprio dalla Meloni, dalle urne è arrivata una “indicazione chiara per un governo di centrodestra a guida Fdi”.

Nessuno si sbilancia sui futuri ministri. “Fare oggi dei nomi sarebbe non solo prematuro ma irrispettoso, una sgrammaticatura istituzionale – ricorda Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione del partito – perché finché non si esprime il presidente della Repubblica e non iniziano le consultazioni non abbiamo nemmeno ufficialmente il nome del presidente del Consiglio”.

A dare però un’indicazione è Ignazio La Russa che si sofferma sui “criteri” con cui potrebbero determinarsi le scelte legate al futuro esecutivo: “Si può vedere anche tra chi c’era alla nostra Conferenza programmatica di Milano.

Abbiamo invitato persone compatibili, che su valori e progetti possono aiutare. Per noi non è importante che abbiano la tessera del partito, bisogna scegliere le migliori energie ma compatibili con il programma e il progetto”. Tra gli ospiti della kermesse milanese c’era ad esempio l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, che secondo rumors potrebbe occupare la casella della Farnesina.

Nel valzer del toto-nomi ecco spuntare poi per il Viminale il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. Non agli Interni ma all’Agricoltura potrebbe perciò andare Matteo Salvini, che spinge per Rixi alle Infrastrutture e Giulia Bongiorno alla Giustizia. Anche se il giurista Carlo Nordio sembra uno dei profili più apprezzati da FdI per l’incarico.

Ragionamenti in corso poi sul Mef – già accostato al membro del board della Bce Fabio Panetta – che potrebbe essere ‘sdoppiato’. In tal caso un candidato al Tesoro sarebbe il responsabile economico di Fdi, Maurizio Leo. In quota Forza Italia c’è il coordinatore nazionale Antonio Tajani (Esteri ma il partito punterebbe anche a Mise e Infrastrutture) mentre proprio Crosetto potrebbe ricoprire uno dei posti da sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Per la presidenza di Camera e Senato, infine, si fanno i nomi di Maurizio Lupi e Roberto Calderoli.