Il Governo ha davanti 4 mesi cruciali, tutti i nodi da sciogliere

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100 obiettivi per oltre 45 miliardi entro dicembre 2022.

Sono gli impegni che l’Italia deve mettere in campo per ottenere i fondi del Next generation Ue stanziati da Bruxelles e fanno capire quanto saranno difficili i prossimi mesi per governo e Parlamento, per il premier e per la maggioranza. Dopo la strigliata di giovedì, il presidente del Consiglio ha addolcito i toni ma mantenuto il punto: governo, Parlamento e partiti devono collaborare, senza sgambetti, per centrare obiettivi definiti da palazzo Chigi “irrinunciabili”. E tra questi, già nelle prossime settimane, ce ne sono alcuni che contengono dei bocconi amari per alcune forze politiche.

Si comincia già  martedi

con il voto di fiducia sul decreto Milleproroghe, pietra dello scandalo quando nella notte di mercoledì sono passati quattro emendamenti contro il parere del governo. Ora non c’è tempo per modificare i cambiamenti apportati dai partiti al testo dell’esecutivo, dopo la fiducia di lunedì e il voto finale di martedì il testo passerà giovedì al Senato per la conversione definitiva in legge.

Ma palazzo Chigi potrebbe riproporre i ‘suoi’ contenuti in un provvedimento successivo. Sempre la settimana prossima arriveranno al Senato gli emendamenti al dl Sostegni ter, con i partiti che già affilano le armi per chiedere maggiori aiuti nei diversi comparti.

Ma l’allerta di palazzo Chigi è alta soprattutto su altri tre temi: delega fiscale, concorrenza e codice appalti, senza dimenticare la riforma delle pensioni e quella della giustizia e in particolare del Csm, che il Parlamento esaminerà ‘in parallelo’ alla campagna referendaria.