E siccome per tante ragione i conti non tornano, pensa e ripensa non si è trovato nulla di meglio da fare che aumentare il deficit al 4,3% per l’anno prossimo, cioè il disavanzo: le uscite supereranno le entrate di quasi 12 miliardi
Ci sarà anche una misera spending review di due miliardi sulle spese ministeriali che porterà così il tesoretto del governo a 14 miliardi insufficienti, con un’inflazione intorno al 6%, ad abbattere in modo consistente le tasse per i lavoratori, sostenere le pensioni e i redditi più bassi e soprattutto a rilanciare la sanità e la scuola.
Inoltre, dalla lettura dei giornali, emerge che le valutazioni sulla crescita sono ottimistiche, sovrastimando gli effetti degli investimenti del PNRR che finora non si è saputo ben gestire.
Il documento deve passare al vaglio dell’Europa e soprattutto al giudizio dei mercati che dovranno comprare i buoni del tesoro, per i quali l’aumento dei tassi sottrae allo Stato, secondo lo stesso ministero della finanze, risorse ulteriori per ben 14/15 miliardi, che potranno salire ancora aumentando il famoso spread.
Entreremo nel merito della Nota per il bilancio 2024 ma intanto l’impressione è che esso sia privo di idee e di strategie per lo sviluppo e la produttivi è forte, così come il rischio che si ripeta la scena di una destra che scassa i conti dello Stato.
Una destra che alla prova dei fatti si rivela incapace di mantenere le sue promesse sul piano della riduzione delle tasse, ma che allo stesso tempo non può infrangere il tabù neoliberista che non vuole che siano toccate le tasche dei ricchi chiedendo a chi ha di più di contribuire di più alla cosa pubblica.
Parlo di un tabù, perché si tratta di demolire un principio assoluto che in questi anni ha regolato i rapporti economici nella società e tra i ceti sociali e lo Stato, secondo cui a chi ha accumulato grandi ricchezze è stato chiesto di pagare sempre meno, producendo in questo modo un aumento insostenibile delle diseguaglianze e una crisi fiscale dello Stato sociale.
Su questo tema anche la sinistra per troppo tempo è stata subordinata alle idee dominanti.
Se il nuovo corso del PD vuole essere coerente con le sue idee su sanità, scuola e interventi sociali, dovrà, a mio avviso, proporre, in alternativa alla politica della destra, un patto per la crescita e per una diversa redistribuzione della ricchezza.
Non sarà facile, ma è necessario se vogliamo una sinistra che sia responsabile verso la buona tenuta dei conti dello Stato e capace di promuovere un progetto di sviluppo e di giustizia sociale.
Questa è la differenza con il populismo e la demagogia che sono la causa principale che ha portato al governo in Italia la destra estrema.



