Per rimontarlo in una versione più aderente alla narrativa della famiglia propria dell’esecutivo di destra. L’operazione ufficialmente serve a risistemare una misura che per la premier non funziona bene. L’idea è quella di tagliare l’assegno base da 57 euro a figlio che oggi va alle famiglie che non presentano l’Isee o ne hanno uno troppo alto, sopra i 45 mila euro.
E spostare più risorse alle famiglie molto numerose, con disabili, con una storia di lavoro radicata in Italia. Dovrebbe cambiare, come successo già col Reddito di cittadinanza, anche il nome. Addio assegno unico.


