Il governo si deve dimettere

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La complicità nel genocidio del secolo ha trascinato il governo italiano fuori dalla storia. Ormai ha contro un intero paese e dovrebbe tornarsene a casa. I membri della maggioranza potranno continuare a stare dalla parte di Netanyahu e di Trump fregandosene dello sterminio se lo desiderano, ma non possono permettersi di farlo dal governo del paese che non è roba loro, ma di tutto il popolo italiano.

La complicità nel genocidio è un affronto inaccettabile alla Costituzione della Repubblica italiana, ai nostri valori fondanti, al nostro passato nonché al profilo dell’Italia a livello internazionale con la sua ferma adesione alla galassia delle Nazioni Unite. Quella a Gaza è una vergogna epocale che va oltre ad ogni appartenenza partitica e credenza. Sono due anni che civili innocenti vengono sterminati ed affamati davanti agli occhi del mondo intero e quindi anche del governo italiano che per mesi non si è degnato di spendere nemmeno una parola e soprattutto non ha mai smesso di inviare armi ai carnefici e farci affari. Una decisione politica. Gravissima. Indecente. Di cui se ne devono assumere la piena responsabilità dimettendosi.

Si sono degnati di postare qualcosa solo quando lo schifo ha superato ogni limite e anche i loro followers hanno cominciato a vomitare. E se siamo arrivati ad iniziative audaci come la Flotilla e alle proteste di massa, è solo per colpa dell’inaudita complicità del governo col regime sionista. Sono arrivati al punto da ospitare i massacratori israeliani reduci dai bagni di sangue. Certo, aspettarsi che questa destra trumpiana seguisse l’esempio spagnolo forse era troppo, ma che il governo italiano si facesse scavalcare perfino da Francia e Inghilterra nel riconoscimento dello Stato Palestinese e continuasse ostinatamente a sporcarsi le mani di sangue, è davvero oltre ogni immaginazione. Siamo diventati un paese sionista in quanto schiavi degli Stati Uniti dove la lobby traballa ma ancora tiranneggia. Noi e la Germania, i due principali artefici dell’olocausto che non hanno imparato nulla e si ritrovano ancora dalla parte sbagliata della storia. O meglio i governanti, non certo i loro popoli. In Germania hanno soppresso le rivolte a furia di censure e manganellate da secolo scorso, mentre da noi politicanti e presunti giornalisti si sono limitati a scatenare la solita cagnara per coprire tutto.

Trattando Gaza come una bega politica qualunque, senza capire la gravità di un orrore storico che va oltre i nostri confini e ci riguarda tutti in quanto esseri umani. Ed è così che è dilagata una protesta popolare veemente e sacrosanta che non si vedeva da anni e che fa onore al nostro paese. Una protesta diffusa e trasversale contro una politica lontana dalla realtà, con governanti rinchiusi in un mondo partitocratico tutto loro, un mondo intriso di miope faziosità e poltronismo che gli impedisce di cogliere le istanze del loro paese ed interpretare la storia. Governanti cresciuti nelle pance dei partiti a cui manca un vero profilo istituzionale e soprattutto lo spessore anche culturale per affrontare una fase storica molto dinamica e sempre più globale.

Tra i giovani che protestano e questi governanti, vi sono fossati incolmabili perché il mondo sta cambiando molto rapidamente mentre chi detiene le redini italiane è sempre la solita cricca. Politici ma anche presunti giornalisti che da decenni collezionano fallimenti senza provare la minima vergogna e passano da una poltrona all’altra con una disinvoltura agghiacciante. Classi dirigenti incapaci di ammettere i propri limiti ed errori e sacrificare la propria misera parabola egoistica per l’interesse generale lasciando spazio alle nuove generazioni a cui appartiene il futuro.

Un egoismo esistenziale che calpestando il merito è la vera rovina di paesi come il nostro. Politici ma anche presunti giornalisti che non hanno nemmeno compreso che l’orrore di Gaza non è una bega come un’altra da buttare in caciara, ma un orrendo evento storico destinato a cambiare non solo i destini del Medioriente ma del mondo intero perché i deliri ideologici sionisti hanno distrutto la comunità internazionale e serve un nuovo ordine. E chi l’ha distrutto, non può ricostruirlo. Si devono dimettere a Roma ma anche a Bruxelles e a Washington dove intere classi dirigenti hanno prima negato e poi addirittura sostenuto il genocidio del secolo fregandosene di ogni valore e principio che fino al giorno prima spacciavano dai loro ipocriti pulpiti come fondamenta della nostra civiltà. L’unica speranza per il futuro proviene dalle proteste di massa, dai cittadini la cui coscienza non cede alle manipolazioni e alla rassegnazione, ma trova la forza di reagire.

Serve una nuova fase politica in cui i governi siano all’altezza delle sfide storiche e rappresentino le nuove consapevolezze popolari. In modo che certe immonde tragedie non si ripetano mai più per davvero e per nessuno.

merlo tommaso