Bufera sui due massimi responsabili dei servizi meteorologici ungheresi licenziati dal governo dopo aver sbagliato le previsioni del tempo e costretto le autorità ad annullare la più importante festa nazionale dell’anno.
Circa 40 mila fuochi d’artificio erano pronti per essere lanciati da 240 punti lungo un tratto di 5 km del fiume Danubio nel centro di Budapest, per uno spettacolo solitamente visto da 2 milioni di persone. Sette ore prima dell’inizio programmato delle festività, l’esecutivo ungherese ha deciso di rinviare l’evento a tra due settimane, citando allerte meteorologiche estreme.
Sulla propria pagina Facebook il servizio in questione ha presentato scuse pubbliche, spiegando che il risultato “meno probabile” si è verificato e che l’incertezza fa parte delle previsioni meteorologiche, ma per i loro dirigenti era già troppo tardi.
Il giorno dopo, il ministro per l’Innovazione Laszlo Palkovics ha licenziato i capi servizio, con effetto immediato. In Ungheria la reazione della popolazione è stata contrastata. In realtà nella patria del leader di estrema destra Victor Orban, quasi 200 mila persone avevano già firmato una petizione, chiedendo la cancellazione dei fuochi d’artificio in tempo di guerra nella vicina Ucraina e per l’austerità in casa.


