Il voto finale è calendarizzato per la plenaria di luglio ma con questo no è arrivata una prima indicazione in modo molto chiaro: la Commissione rischia di vedere naufragare il suo progetto. E si tratta di un nuovo schiaffo dopo che mercoledì scorso in plenaria era stata bocciata la riforma dell’Ets (con il conseguente ritiro dei pacchetti Cbam e Fondo sociale per il clima) perché erano passati gli emendamenti (targati Ppe) che avevano annacquato (secondo S&d) la proposta della Commissione.
La maggioranza era andata nel caos. E c’è il forte rischio che la scena si ripeti anche con la tassonomia. Il regolamento sugli investimenti green fa parte del piano d’azione della Commissione sul finanziamento della crescita sostenibile e mira vuole promuovere gli investimenti verdi e prevenire il “greenwashing”.
L’atto delegato sulla tassonomia complementare è stato presentato dalla Commissione il 9 marzo scorso e propone l’inclusione, a determinate condizioni, di attività specifiche nel settore dell’energia nucleare e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. In particolare, le classifica come attività transitorie che contribuiscono alla mitigazione del cambiamento climatico.


