Il metodo Giavazzi

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Noi abbiamo un premier asceso a Palazzo Chigi perché considerato autorevole in Europa ma su questi temi tace e non informa il Paese su come intende affrontare queste nuove e profonde problematiche. Ha promesso aiuti di ampia portata che ancora non si sono visti ma è pronto a minacciare la caduta del governo se il Parlamento non si piega ai suoi desiderata. Anzi, in realtà, è sempre il tecnico Giavazzi che parla direttamente con le forze politiche e, se potesse, taglierebbe qualsiasi forma di aiuto e aumenterebbe le tasse.
Intanto, i leader europei non fanno altro che invocare l’unità dell’Unione nell’assumere decisioni difficili ma dall’Europa non arrivano buoni segnali.
Bruxelles pare che non abbia alcuna intenzione di istituire un fondo comune per sostenere le famiglie e le imprese dei paesi che più stanno pagando gli effetti di questa guerra sciagurata.
Addirittura si fa sapere che per l’Europa i fondi del PNRR sarebbero già sufficienti. Non è così. Il recovery fund nasce da un’altra grande emergenza e da altre difficoltà.
Praticamente l’Europa sta agendo esattamente come Draghi sta facendo in Italia. Promette tanto ma inserisce nei provvedimenti sempre gli stessi soldi. È il metodo Giavazzi che danneggia l’Italia e non fa bene all’Europa perché le bollette arrivano sempre più pesanti a carico di famiglie e imprese già duramente provate.