Un tema sempre più urgente e complicato quello dei cosiddetti ‘paesi sicuri’. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la 15esima edizione del Salone della Giustizia che vede la partecipazione dei massimi livelli della politica, dell’informazione e della società civile, ha chiarito che “i paesi possono essere sicuri, o esserne in parte. Alcuni non sono considerati sicuri per il contrasto all’omosessualità, se una persona chiede asilo perché si dichiara omosessuale, occorre valutare caso per caso se un paese è considerato non sicuro per determinate situazioni. Se una persona con prole chiede asilo perché omosessuale, questa richiesta verrebbe negata perché quella persona omosessuale non è”.
Durante l’evento iniziato oggi e che durerà per tre giorni, a proposito della separazione delle carriere, il ministro ha sottolineato che fa parte della missione del mandato elettorale di questo governo: “Non è un nostro diritto ma un nostro dovere, in democrazia rispondiamo al popolo, non alla magistratura” ha chiosato. “Fino al 1988 ero contrario”, ha spiegato Nordio, poi “è entrato in vigore il Codice Vassalli” e la “separazione delle carriere è una conseguenza inevitabile quando si adotta un codice accusatorio anglosassone, altrimenti il sistema si inceppa e, infatti, da noi si è inceppato”
. Il Guardasigilli ha ricordato anche che “Falcone si era espresso chiarissimamente sulla necessità di separare le carriere”. Poi il ministro ha anche precisato che il governo “non si sente affatto accerchiato dai giudici. La grandissima parte dei miei ex colleghi fa bene il proprio lavoro, anche troppo, facendolo in silenzio. Dopodomani parteciperò al congresso di Magistratura Democratica”.



