Nei giorni scorsi ci ha lasciato un enigmista romano che, come tutti gli enigmisti, aveva uno pseudonimo: Zoroastro. Ma Giuseppe Aldo Rossi (questo il suo vero nome) non era soltanto un enigmista autore di giochi: ha fatto anche lo sceneggiatore televisivo, il regista radiofonico, e ha studiato e scritto tanto di enigmistica. Come autore televisivo, è stato il padre del Tenente Sheridan, interpretato da Ubaldo Lay. E ci ha lasciati poco prima di festeggiare i 107 anni di vita: io dico sempre che gli enigmisti vivono abbastanza a lungo, ma di Zoroastro sono sicuro che avrebbe avuto bisogno di ancora qualche anno per completare tutti i suoi progetti ancora non portati a termine. Ah, quasi dimenticavo, Zoroastro è stato anche un poeta romanesco, e allora come suo ricordo voglio rileggere ancora una volta questi versi che vi presento.
ER SOGNO
Er sogno è ’na limosina der Celo
che dà rifiato a l’anima avvilita,
è un fiore che se stacca da lo stelo
e te se posa lieve tra le dita.
Er sogno, in mezzo a tutto sto sfacelo
de gente sminchionata e incarognita,
è come la parola der Vangelo
ch’aricuce er discorzo de la Vita.
Er sogno è come un ricciolo de fumo,
’na carezza de sole a mezzo inverno,
’na goccia vellutata de profumo.
E quanno un giorno ariverà San Pietro
pe stampamme su l’occhi er sonno eterno,
l’urtimo sogno io me lo porto dietro.
Ciao, Zoroastro, e buon sogno!
Giorgio Dendi


