Ora più che mai è in emergenza. No, non giustifico il lavoro sommerso ma non si può, in questo tragico momento, ignorare questa realtà.
La mia gente è spesso costretta a lavorare in nero pur di mettere a tavola qualcosa per la famiglia. Non è gente che sdegna la fatica anzi ne fa tanta e, spesso, in condizioni pessime.
Riesce ad avere un orizzonte, se va bene, di due settimane ma ora quell’orizzonte sta diventando la disperazione.
È necessario un reddito d’emergenza urgente che utilizzi l’infrastruttura del reddito di cittadinanza alleggerita da paletti, criteri e adempimenti. Deve essere messa a disposizione anche dei tanti autonomi che resistono malgrado i morsi della crisi, che qui da noi, non si siano ancora allentati.
Chiaramente, il problema riguarda il sud in particolar modo ma, purtroppo, non solo.
È per questa ragione che il reddito di emergenza deve rappresentare un modello di coesione sociale che interessi TUTTE le categorie in difficoltà in TUTTO il nostro Paese.



