Avere uno sguardo contemplativo
Nella sua catechesi – pronunciata dopo un lungo giro in papamobile in mezzo a circa 40 mila fedeli con la benedizione a bambini e neonati – Leone XIV spiega che “le sfide, infatti, non si possono affrontare da soli e le lacrime sono un dono di vita quando purificano i nostri occhi e liberano il nostro sguardo”. E fa notare, inoltre, che “la drammatica lotta fra tenebre e luce”, scaturita dopo il “tradimento” di Giuda e “l’arresto” di Gesù. “L’abbandono, la condanna, l’umiliazione e l’uccisione” del Figlio di Dio si conclude “nella pace del sabato e nella bellezza di un giardino”.
Un’immagine che riconduce alla Genesi, al giardino in cui Dio crea l’uomo e che Gesù coltiva e custodisce, chiarisce il Pontefice, che ricordando le ultime parole di Cristo “sulla croce – “È compiuto” – invita ciascuno a ritrovare lo stesso compito, il suo compito”.
Tutto questo ci fa comprendere che la Maddalena, alla quale Gesù Risorto si rivolge confidenzialmente, “doveva, in effetti, riascoltare il proprio nome e comprendere il proprio compito dall’Uomo nuovo”
Papa Francesco, con l’enciclica Laudato si’, ci ha indicato l’estrema necessità di uno sguardo contemplativo: se non è custode del giardino, l’essere umano ne diventa devastatore. La speranza cristiana, dunque, risponde alle sfide cui oggi l’intera umanità è esposta sostando nel giardino in cui il Crocifisso è stato deposto come un seme, per risorgere e portare molto frutto.
La conversione ecologica dei cristiani
“La morte e la risurrezione di Gesù”, ci portano a ritrovare il “Paradiso”, chiarisce il Papa, “sono fondamento di una spiritualità dell’ecologia integrale”, al di fuori di questa “le parole della fede restano senza presa sulla realtà e le parole delle scienze rimangono fuori dal cuore”. Leone XIV specifica tutto ciò ricorrendo proprio alla Laudato si’, nella quale Francesco sottolinea che “la cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi” relativi “al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento”, deve essere, semmai, “uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza”.
Ascoltare chi non ha voce
È dunque la continua conversione personale a spingere i cristiani a “incontrare milioni di giovani e di altri uomini e donne di buona volontà che hanno ascoltato il grido dei poveri e della terra lasciandosene toccare il cuore”, aggiunge Papa Leone, evidenziando che molti “desiderano, attraverso un più diretto rapporto col creato, una nuova armonia”, dopo “tante lacerazioni”. Da qui un’invocazione allo Spirito:
Lo Spirito ci dia la capacità di ascoltare la voce di chi non ha voce. Vedremo, allora, ciò che ancora gli occhi non vedono: quel giardino, o Paradiso, cui andiamo incontro soltanto accogliendo e portando a compimento ciascuno il proprio compito
La Giornata dedicata ai bambini nel settembre 2026
Al termine dell’udienza generale, al momento dei saluti in italiano, il Papa ha ricordato la ricorrenza del 21 novembre, memoria liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria, della Giornata “Pro Orantibus” che si celebrerà in tutta Italia.
“Non manchi a tutti i fratelli e le sorelle di vita contemplativa la concreta solidarietà e l’aiuto efficace della comunità ecclesiale per assicurare ad essi la sopravvivenza e la continuità del loro silenzioso, fecondo e insostituibile apostolato”, ha esortato il Pontefice.
Ha poi affidato i pescatori e le loro famiglie a Maria, Stella del Mare, in occasione della Giornata Mondiale della Pesca, che ricorrerà venerdì prossimo.
Infine un pensiero anche ai bambini, che – ha detto – “avrò la gioia di incontrare nella Giornata loro dedicata in programma dal 25 al 27 settembre 2026”.