IL PICCO DEI TASSI? QUASI RAGGIUNTO, MA DIFFICILMENTE VERRANNO RIDOTTI

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Il punto, attuale e per la prima parte del 2024, su costo del denaro e inflazione con il Professor Gian Maria Gros Pietro, economista torinese e Presidente del Consiglio di amministrazione del Gruppo globale Intesa Sanpaolo

Intervenendo nel corso dell’assemblea generale dell’Unione dei costruttori di macchine utensili, il Banchiere ha utilizzato più volte la terminologia di “rallentamento”, in alternativa a quella di recessione che viceversa nel caso italiano parrebbe non essere tecnicamente all’orizzonte per quanto riguarda la galassia della manifattura, che con i propri impianti e macchinari strumentali e finali rimane un fattore del tutto assolutamente imprescindibile del percorso di ripresa e di resilienza dell’azienda Italia.

Resilienza e adattamento che rilevano pure di fronte a una realtà di tassi di riferimento, fissati dalla BCE di Francoforte, il cui picco più alto, se è vero che non è stato ancora completamente raggiunto, nella visione del Professor Gros Pietro sarebbe comunque prossimo oramai a un punto in cui non si verificheranno ulteriori aumenti. Ciò tuttavia, nello stesso tempo, non equivale a che si materializzi la speranza o l’auspicio di una loro riduzione per famiglie e imprese mutuatarie, almeno non nella prima parte del prossimo anno.

L’inflazione – ha argomentato il Presidente del Gruppo Intesa – è equiparabile a una “tassa sociale” nella definizione einaudiana, per la quale i fondatori dell’Unione Europea, nel trattato di Maastricht istitutivo di UE e BCE, hanno fissato un equo limite massimo tendenziale al due per cento da far scontare al denaro che, rimanendo fermo e giacente, non alimenta quegli investimenti funzionali alla produzione e al lavoro. Dal momento che la missione affidata dallo statuto alla Banca centrale di Francoforte è quella di custodire il valore dell’Euro, evitandone l’erosione e riportandolo alla circolazione sistemica una volta di nuovo rinforzato, è del tutto evidente che i tassi di riferimento non caleranno a breve, e ciò porterà, appunto, a un rallentamento dell’attività produttiva ma non a una sua recessione, poiché nei livelli di esportazione di beni e servizi l’Italia sta dimostrando una capacità più brillante di Francia e Germania, avendo per tempo saputo attuare una lungimirante diversificazione settoriale e geografica delle destinazioni, sebbene quella tedesca sia molto importante e tale da condizionare al ribasso, almeno in questa fase, i volumi operativi delle nostre fabbriche.

Secondo le leggi economiche, il rallentamento contribuirà al raggiungimento di quel punto di equilibrio che porterà il costo del denaro ad assestarsi e la moneta unica a recuperare il giusto valore per la difesa del risparmio che in essa è denominato e per l’attivazione di nuovi prodotti e servizi bancari e finanziari in grado di mobilitare nelle attività reali le masse monetarie altrimenti “tassate” dall’inflazione. In tal senso, gli stanziamenti deliberati dal Gruppo Intesa, come Banca di sistema, hanno portato a praticamente raddoppiare il valore della dote del Pnrr assegnata all’Italia, al fine di rendere spendibili le risorse comunitarie per la transizione industriale, ecologica e digitale.

L’attuale livello generale dei prezzi, ha concluso Gros Pietro, è dipeso in prima battuta dal rimbalzo della domanda generale e globale seguito alla riapertura post pandemica della gran parte delle attività tra il 2021 e il 2022, soprattutto a partire dall’energia e dalle materie prime alimentari, per poi insinuarsi negli altri settori, e fino a quando i produttori e i rivenditori riterranno che vi sia un mercato disponibile ad assorbire beni e servizi ai listini attuali, l’inflazione non calerà tanto facilmente o rapidamente, rendendo dunque necessaria la puntuale e rigorosa, per quanto non sempre popolare, azione calmieratore della BCE.

Un intervento che è stato un’autentica lezione sui fondamentali di educazione finanziaria, in coerenza con la missione di Gros Pietro in quanto economista e professore, e come tale condivisa da sempre anche dall’amico di sempre e Banchiere Beppe Ghisolfi, che al Presidente del Gruppo Intesa ha dedicato un bellissimo capitolo biografico all’interno del best seller I Banchieri edito da Nino Aragno, oltre a condividere eventi e conferenze sia a Torino che a Roma, e ai quali anche il nostro giornale ha avuto l’onore di prendere parte con la nostra editrice Loredana Buoso.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI