Secondo indiscrezioni infatti il premier in carica non ha del tutto accantonato l’idea del Colle, ma il leader di FI ha la mossa pronta, ed è quella di arrivare alla conta con la maggioranza assoluta delle preferenze, cioè alla fatidica quarta “chiama”.
Draghi al Quirinale troverebbe il sabotatore Berlusconi: cosa serve al premier per andare al Colle
Spieghiamola: Mario Draghi al Quirinale ci può solo andare a due condizioni: che sia eletto alla prima chiama e che questo dia il segno di una fiducia totale nel paese che faccia “assorbire” il trauma di un cambio di esecutivo.
In un momento economico e sanitario come questo se Draghi non passasse palebiscitariamente l’Italia affonderebbe nel baratro dell’incertezza, come delineato anche dal Financial Times che si certe cose un po’ magari se ne intende.
Berlusconi sabotatore di Draghi al Quirinale: l’accoro fra i grandi partiti e il quorum a 672
Per evitare questo suicidio serve che non compaiano franchi tiratori e la strada di Draghi verso il Colle è dunque impervia. Ma se i grandi partiti raggiungessero un accordo la cosa sarebbe fattibile. Come? Eleggendo il premier al primo turno con il traguardo di 672 voti. Però, come ha spiegato una fonte a Libero, seve essere un’operazione “a colpo sicuro”.
E qui entrerebbe in gioco Berlusconi che in questa partita a scacchi ha il ruolo di sabotatore perché persona interessata ad andarci lui, al Quirinale.



