La tutela dei diritti umani è ritenuta una delle grandi conquiste della modernità, in specie la tutela della dignità delle persone in condizioni di prigionia: processi sommari, tortura, maltrattamenti, privazioni arbitrarie del sonno, isolamento coatto e simili sono guardati con disgusto come spregevoli relitti di epoche barbare e incivili.
Se la forma più ricorrente della difesa di tali diritti prende spesso la strada legale molto anglosassone di referti di infrazioni di una serie di norme riconosciute dagli Stati, tale modalità pare abbia raggiunto un punto di logoramento quasi irreversibile col caso di Julian Assange. In questo caso più che in altri è importante individuare il contesto storico, gli attori e le motivazioni politiche.
A dircelo con dovizia di dettagli e ragionamenti l’autore di questo testo: Il processo a Julian Assange. Storia di una persecuzione, di Nils Melzer (Fazi editore, 2023) con la prefazione di Stefania Maurizi (uno dei pochi esponenti del giornalismo che ha tenuto la schiena dritta sul punto, anche pagando un prezzo significativo). L’autore non solo è un giurista del massimo livello, ma ha ricoperto il ruolo di relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura. Un testo sconvolgente, appassionante come un romanzo, in cui si documenta non solo una sconcertante serie di abusi, manovre di servizi segreti, ipocrisie e basse macchinazioni politiche di alcuni dei paesi normalmente presi ad esempio come fulgidi modelli di democrazia, ma un fallimento così plateale dello stato di diritto in relazione al libero esercizio del giornalismo da far pensare che l’Occidente abbia davvero preso una china irredimibile. Ma andiamo con ordine.
Julian Assange è diventato celebre quando la sua organizzazione, WikiLeaks, ha divulgato documenti che rivelano comportamenti controversi, equivoci o scorretti di vari governi. Contrariamente ai luoghi comuni non ha mai avuto alcun sostegno o collaborazione con Stati considerati autoritari quali Russia, Cina, Iran; l’organizzazione ha disvelato segreti imbarazzanti per molti di loro in merito ad abusi, corruzione, e simili.
Ma la notorietà è arrivata quando si sono disvelati documenti riservati di governi occidentali, in specie degli Usa in Afghanistan e Iraq, alcuni riguardanti crimini di guerra ed abusi rivoltanti al di là di ogni dubbio. Assange e i suoi perseguono l’obiettivo di rendere disponibile una piattaforma a chi volesse denunciare crimini ed abusi in modo anonimo, migliorando in prospettiva le azioni dei governi: se i crimini hanno la possibilità di venire alla luce gli Stati saranno indotti a non commetterne o quanto meno a non lasciar correre.
Purtroppo, come il testo testimonia, la reazione è stata molto diversa. In ogni caso la base ideologica di WikiLeaks enfatizza molto la trasparenza e il ruolo dell’opinione pubblica come cane da guardia verso gli apparati che tendono a perseguire obiettivi incompatibili con lo status democratico. Nulla di particolarmente sovversivo o rivoluzionario, come si potrebbe desumere da come trattano il caso molto commentatori e gran parte del mondo della politica.
Assange dal 2010 in poi ha subito delle grane giudiziarie che lo hanno messo in cattiva luce presso l’opinione pubblica; ha subito una limitazione significativa della propria libertà sebbene in modi tortuosi e controversi. Mentre, va osservato, gli autori dei crimini da lui disvelati hanno goduto di una impunità pressoché totale.
In questo testo Melzer ricapitola con pazienza e puntualità il caso. Prima di tutto riassume le accuse, i processi, le motivazioni di quella che si può denominare una vera e propria persecuzione basata sostanzialmente sul nulla. Ma va oltre, ed esamina le motivazioni eminentemente politiche di questa vicenda: anziché correggere i propri comportamenti USA e Uk hanno lanciato tutta la potenza dei loro apparati per perseguire legalmente chi aveva denunciato tali abusi (ma era stata accarezzata l’eventualità dell’omicidio mirato). Infine si considerano le ricadute sulla libertà del giornalismo, lo Stato di diritto e la democrazia.
I tre livelli sono continuamente mescolati nel libro; se si trattasse semplicemente di un accanimento verso una singola persona il libro avrebbe un rilievo simile ai tanti casi di infrazione arbitraria di diritti di oppositori che avvengono in molti paesi ad opera di governi autoritari, dittature e regimi. Invece dietro a tali fatti si intravede il retroterra che fa capire il perché, ed i motivi suonano inquietanti in quanto testimoniano un preoccupante declino di diritti e democrazia.
(Matteo Bortolon – lafionda.org)



