Il governo britannico “sosterrà i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo e promuoverà l’impegno globale per garantire l’istruzione a 40 milioni di ragazze nel mondo”
Lo ha assicurato la regina Elisabetta II, che nel tradizionale ‘Queen’s speech’ a Westminster ha illustrato priorità e linee guida del governo, nell’apertura di una nuova sessione parlamentare. La Regina ha ricordato che il Regno Unito ospiterà il summit dei G7 e guiderà lo sforzo globale “per assicurare una robusta ripresa economica dalla pandemia”.
“I miei ministri approfondiranno i legami commerciali nel Golfo, in Africa e nella regione indo-pacifico”, ha poi aggiunto la sovrana, garantendo anche che Londra continuerà a fornire aiuto per ridurre la povertà e alleviare le sofferenze umane”. Ci sono anche “misure per rafforzare l’integrità e l’unione” del Regno Unito fra le priorità programmatiche del governo Tory per i prossimi mesi lette senza esitazioni dalla 95enne Elisabetta II nel discorso chiusosi che si è aperto e chiuso con la regina accompagnata, mano nella mano, dall’erede al trono Carlo.
Misure che appaiono una risposta secca alle richieste di un nuovo referendum sulla secessione della Scozia rilanciate dagli indipendentisti dell’Snp, ma a cui si affianca l’impegno per “rafforzare” la devoluzione, in particolare nell’Irlanda del Nord afflitta dalle tensioni del dopo Brexit: nonché un progetto generale addirittura di “rinnovamento della democrazia e della Costituzione” destinato a comprendere peraltro una revisione controversa degli equilibri con il sistema giudiziario.



