Fin dalla vigilia delle partita, sentivamo delle sensazioni che ci trasmettevano quello che sarebbe stato uno scontro memorabile. La partita che ne è uscita è di quelle che rimangano più a lungo del normale nella mente di appassionati e tifosi: tanta roba e grande Vittoria.
Ormai dopo anni conosciamo bene i nostri “pollastri” (nel senso buono del termine, si intende): storicamente la tendenza è esaltarsi nelle sfide più difficili e impegnative e prendere sottogamba e sottovalutare quelle sulla carta meno sfidanti e abbordabili. Iniziano a essere un po’ prevedibili, almeno da questo lato.
Questa caratteristica come già detto ci impedisce di raggiungere spesso determinati traguardi e bisogna lavorarci per correggerla e migliorarla. Difatti ora siamo ufficialmente eliminati dalla NBA Cup anche quest’anno ed in modo evitabilissimo, proprio come la stagione scorsa. Buttare via trofei e chance di far crescere i giocatori meno esperti in partite decisive è un peccato.
Oltretutto, la bistrattata “Coppa Sammontana”, ci sta regalando belle partite in una RS dove di partitacce non ce ne sono poche eh. Oltre a quella di stanotte dei nostri prodi Celtici, è stato molto interessante e bella anche quella di settimana scorsa tra Denver e Houston. Ci sono sicuramente cose da migliorare, ma non è tutto da buttare. Fidatevi.
Oggi però non è il tempo della “ramanzina”: noi cerchiamo di portare critiche costruttive quando riteniamo che ci siano aspetti da migliorare, ma quando c’è da fare i complimenti non ci tiriamo certo indietro, anzi, giusto dare a Cesare quel che è di Cesare. Siamo molto più contenti quando squadra e giocatori hanno successo.
Quella di oggi è stata una grande partita e prestazione, la migliore in stagione insieme alla seconda contro gli Orlando Magic.
Bravi chi più e chi meno quasi tutti, ma oggi il primo dei meriti va a Coach Mazzulla. Che ha preparato e letto molto bene la partita, sconfiggendo sul campo un avversario che in questo momento per valore e stato di forma ci è superiore.
Ci aspettavamo una partenza con quintetto tradizionale standard, difatti lo staff tecnico è partito schierando Garza da 5, per poi passare a un uso mirato e limitato della small ball: più o meno così è stato.
Un po’ un peccato non vedere neanche a questo giro se Tillman ci può essere utile da 4 contro squadre grosse e fisiche, molto bene invece aver visto un impattante Baylor e un Battesimo del Fuoco di minuti consistenti del centro rookie Amari: alla sua prima partita NBA oltre che in maglia Celtica Biancoverde. Bravo anche da questo punto di vista Joe che si è lasciato andare e ha preso dei rischi ben ponderati.
Quest’anno finalmente sta sfruttando di più seconde e terze linee, trascendendo uno dei suoi difetti storici. E sta anche adattando uno stile di gioco differente in base al diverso personale a disposizione. tiriamo meno da tre e più dal mid-range. Molto bene.
Rimane ancora qualcosa da migliorare in alcune azioni in uscita dai timeout nei momenti tirati e decisivi dei match, ma piano piano abbiamo, con pazienza, fiducia che ci arriveremo.
Finalmente un grande D-White, che anche se a targhe alterne forse finalmente sta tornando al formato: “Sono Mr White: risolvo problemi cestistici”. Speriamo bene, ci serve assai l’apporto del nostro coltello svizzero tuttofare!
Partita più sporca di Jaylen, rispetto alla prova magistrale e pulitissima della ultima partita contro i Magic, ma quando devi forzare contro delle difese elitarie è fisiologico un parziale calo di efficienza. Sta avendo la sua miglior stagione in carriera insieme a quella del Anello ’24 dove ha vinto il Finals MVP.
Il fatto che quando siamo andati con quintetto piccolo siamo stati triturati a rimbalzo e nel pitturato sottolinea perché ormai nella NBA attuale, a differenza di 7-8 anni fa, è davvero difficile sostenere tantissimi minuti di small ball: vieni letteralmente surclassato e triturato a rimbalzo e nel pitturato.
Ma l’uso mirato ci ha comunque permesso di essere più agili e versatili in attacco e anche più efficaci nell’intercettare palloni avversari in difesa (vedi rubata finale del buon Walsh). Il trade-off a sto giro ha pagato considerando le caratteristiche del nostro Roster dove purtroppo attualmente manca un lungo di prima fascia (vale probabilmente anche quando c’è Queta, seppur in misura minore).
Tuttavia, vincere questo genere di partite sporche e combattute nel cruch-time resta assolutamente fondamentale per mettere a prova la squadra, capire che può avere un certo ruolo in futuro, e fare crescere il gioco e la fiducia dei nostri giovani. Molto bene oggi anche sotto questo profilo.
Ora è giusto e dovuto gasarsi per la Vittoria, ma invitiamo fra un paio di giorni a tornare coi piedi per terra: ci aspetta una tornata di partite non semplice e beccare imbarcate se ci si distrae, è un soffio. Fa parte della natura umana.
Molto bello finalmente anche tornare a rivedere il tripudio della Folla Celtica nella Roccaforte del TD Garden: così si fa.
