Originali recite messe in scena con immagini e suoni su un piccolo spazio. Di scena a Mathi domenica 24 novembre e fino a febbraio 2025 anche al Polo del ‘900
MATHI (TO) – Nella sua storia – per ritrovarsi e stare insieme, ed anche per imparare, distrarsi, pensare… – l’Uomo ha sempre avuto qualcosa e un luogo da condividere con il prossimo; un tempo con l’Odeon greco, poi con le arene ed i gladiatori ed in secoli più recenti riscoprendo il teatro, quindi con il varietà e più recentemente il cinema e la televisione.
Alla spettacolarità – sempre più ricercata – è stato quasi sempre affiancato un messaggio, un ricordo, o componenti relazionali, celebrative e comunitarie.
Ad onor del vero sopratutto il teatro è stato in grado di unificare questi aspetti capaci di completare e rendere armonico quel tempo in comune ma, come è stato detto, “… è vero che ciascuna realtà teatrale ha il proprio pubblico, ma è altrettanto vero che esiste una gran quantità di pubblico che non ha il proprio teatro”.
Ecco allora che “il teatro” si fa piccolo, pur mantenendo quelle funzioni che più gli sono proprie: un racconto per immagini, parole e suoni… su un tavolo, per non più di 4/5 persone, da poter rappresentare quindi ovunque.
Ad ideare, costruire e proporre tutto questo è stato Claudio Montagna alcuni anni fa (2020), un uomo dalla grande passione e con la maestria di un affabulatore che sa comunicare in qualunque luogo, pure senza spettacolarità, grandi temi e argomenti di attualità con un linguaggio recepibile facilmente da spettatori di ogni età e condizione sociale. Ma di lui diremo più in là …
Domenica 24 novembre a Mathi, invitati da amici, abbiamo potuto assistere ad una delle sue tante rappresentazioni – la stessa proposta il 12 ottobre scorso nel cortile delle carceri Le Nuove – “Aeroplani di carta”, di fronte ad una decina di fortunati presenti, con un PC usato come appoggio dei suoi fogli A4 bianchi o in plastica semi disegnati in trasparenza (nei quali inserirà poi, ad esempio, personaggi in piedi o su una strada, una donna in bicicletta…), posato su un piccolo tavolo sul quale – come su un grande palcoscenico – ha letto, recitato, si è mosso accendendo musichette o sonorità ad hoc, appropriate alle scene inventate dall’autore, creando un grande coinvolgimento.
Questa la sinossi della rappresentazione durata circa un’ora.
Napoli 1944: una ragazza raccoglie i begli aeroplanini di carta che il suo coetaneo del piano di sopra, Savino, costruisce e lancia dalla sua finestra, e col tempo si innamora di lui. Un giorno – non sono più tempi di conflitto, ma il dopoguerra non ha eliminato i problemi della guerra – i genitori la mandano a comprare tre bottiglie d’olio per poi rivenderle al mercato nero; al ritorno la bella ragazza incontra tre militari “liberatori” marocchini dell’esercito francese che le intimano di scendere dalla bici.
Si spaventa un po’ per quanto ha nascosto sotto i tessuti nella cesta ma soprattutto perché col pretesto di controllarla due di loro cominciano a palparla, invitando a partecipare anche il terzo, che in un primo momento sta fermo ma che successivamente interviene ed atterra a pugni i suoi commilitoni che stavano spingendosi oltre.
Intanto, lei raccoglie la cesta e fugge con la bicicletta voltandosi poi a guardare il forte pestaggio che riceve il ragazzo che l’ha salvata. All’inizio indecisa sul da farsi, appena i due spariscono torna indietro aiutando il sanguinante suo salvatore a sollevarsi dal canale pieno d’acqua in cui era stato gettato e lo porta in una casa bombardata pulendogli le ferite.
Il giorno dopo ed altri ancora ritorna portandogli qualcosa da mangiare togliendolo al suo già magro pasto e donandogli un vecchio cappotto strappato del padre, che un giorno rammenderà con 212 “punti di gentilezza”.
S’innamorano e lei dimentica Savino. Quando questi scopre l’accaduto, aiutato dagli amici uccide il coraggioso marocchino; lei giura di vendicarsi tenendo ben oliato il vecchio fucile del padre, ma non riesce ad averne l’opportunità.
Un bel giorno si sposa con un ferroviere con cui avrà un bambino: quando è cresciuto lo porta ai giardini ed una di queste volte il bimbo incontra un suo coetaneo che gioca con un aeroplanino di carta e che lo invita a giocare con lui.
Nel mentre un uomo seduto al bar chiama quel bimbo e gli dice di prendere un secondo aeroplanino che nel frattempo aveva costruito per “per darlo al suo nuovo amichetto e giocare meglio”. La mamma capisce chi è quell’uomo – finalmente ritrovato dopo tanto tempo – e sta per correre a casa e prendere il fucile. Poi riflette un po’, guarda quei due bambini, pensa a se stessa alle loro vite e decide di non intervenire. Fine della storia.
Sintetica e schematica – la guerra in chi l’ha vissuta non finisce mai – quanto sapientemente ben narrata, la storia pone molti punti di riflessione: certo non è la stessa cosa degli oppressori, ma anche i liberatori hanno commesso crimini ed inopportunità spesso taciuti; vietato innamorarsi dell’invasore, nemico tedesco o alleato e “liberatore” che sia, senza considerare la parola “razzismo”: i tempi cambiano e l’essere razionale deve tener conto sempre della realtà; storie di adolescenti che si affacciano alla vita in un’Italia sanguinante, certo, ma anche gelosie…
La morte dell’innocenza in giovani esistenze trasmette storie di vite vissute con dolore ma avide di significati importanti, le quali, anche ideate e messe in scena con semplicità, portano a considerare spesso nuove verità oltre la propria.
Questo perché il teatro è capace di astrarsi dal tempo e dai luoghi e comunicare messaggi e riflessioni con la sua capacità di “essere arte”.
Che si tratti di “Aeroplani di carta” o di “Orecchie d’asino” – la faticosa migrazione di una donna con suo figlio, dal sud al nord di un’Italia unita da poco – o di “Modàfferi” – uno spettacolo in carcere col detenuto Modàfferi, un criminale che scrive poesie – o di un altro dei sui spettacoli, il messaggio trasmessoci da Montagna per noi risulta chiaro.
Non è lo “scenografico” che comunica meglio, ma la semplicità della narrazione, la capacità di usare la familiarità per trasfigurare il personaggio, l’atto o il momento narrativo in un azione pedagogica capace di accendere nello spettatore altri pensieri oltre i suoi, giungendo alla riflessione ed al dubbio o semplicemente di educare all’esistenza o di far abbandonare lo spettatore al piacere del condividere quel vissuto narrato.
Dice tra tanto altro Claudio Montagna: Quando si sente l’esigenza di trasmettere un’idea e si desidera che venga recepita con la maggiore completezza possibile, si ricorre spesso a qualche forma di rappresentazione, che è un’espressione più potente della semplice comunicazione verbale…. il teatro… a differenza delle altre arti, essendo un atto prima che un prodotto, non esiste fino a quando un pubblico non vi partecipa.
E smette di esistere subito dopo…
Ogni forma di rappresentazione comunica, insegna, convince, apre la mente e “fa vedere” ciò che altrimenti è difficilmente visibile… Sogno e tento di costruire un “teatro di chi non ci va”, dove le storie e gli aneddoti della gente possano essere rappresentati come leggende, dove ogni singola voce trovi un amplificatore per gridare agli altri la felicità e il dolore, un teatro-occhiale perché chiunque lo voglia, e non solo il colto e l’esperto, possa vedere dimensioni altrimenti invisibili, un teatro ponte e veicolo per un contatto autentico con la storia, un teatro che attraverso l’emozione magari elementare e facile sollecita la ragione, un teatro dove la qualità si misura dall’efficacia e non dallo sfarzo.
Claudio Montagna è attore, regista e animatore teatrale. Fin dagli anni Settanta lavora per le scuole, le associazioni culturali, i musei, non solo a Torino ma in aree territoriali grandi o piccole del Piemonte, oltre che nei centri di recupero delle tossicodipendenze e le carceri, con gruppi e comunità di giovani e di adulti. Ha tenuto seminari all’università di Torino. Scritto libri.
Nel 1971 ha fondato con Giovanni Moretti il Teatro dell’Angolo, che presto è diventato una delle più attive compagnie italiane di teatro per ragazzi.
Da allora fino al 1983, oltre le numerose regie di gruppo, ha partecipato come attore a centinaia di repliche di spettacoli. In seguito, per dedicarsi a rinsaldare con ricerche, esperimenti e iniziative la sua vocazione di animatore teatrale, ha preferito occuparsi di teatro non professionale e “del teatro di chi non ci va”, per rintracciare tra la gente, adulti, bambini e adolescenti, anziani, tossicodipendenti, malati, detenuti, un teatro originario, spontaneo e sincero, una verginità teatrale alla quale offrire tecniche e strumenti utili a rafforzarsi e a mostrarsi in pubblico.
Per saperne di più digitate il suo nome sul browser.
Il Polo del ‘900, dal 9 ottobre al 19 febbraio 2025, in collaborazione con Teatro e Società e con l’Istituto per i beni marionettistici, il Teatro popolare e l’associazione culturale Vera Nocentini, organizza la Rassegna di teatro da tavolo di e con Claudio Montagna. Cinque appuntamenti, uno al mese. Il 9 ottobre “Folgorazioni” – il 26 novembre “D come donna” – il 10 dicembre “Aeroplani di carta” – il 16 gennaio “Trascinato sulla via del disonore” – il 19 febbraio “Tarzan”.
Tutte le rappresentazioni saranno proposte dalle 18 fino alle 20 circa al centro culturale “Polo del ‘900” in piazzetta Antonicelli, Torino. Per maggiori informazioni telefonare al numero: 011 – 0883200.
Il Polo del ‘900 è un centro culturale aperto ai cittadini, progettato e sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, Città di Torino e Regione Piemonte. Ospita due sale lettura, due sale per eventi, uno spazio espositivo e l’allestimento del Museo Diffuso della Resistenza.
Il Polo del ‘900 è uno spazio aperto al pubblico gratuitamente. Vi si può studiare, leggere, consultare archivi, riviste e libri, visitare le mostre temporanee e il Museo Diffuso della Resistenza. Ogni giorno i suoi spazi ospitano eventi e iniziative.
Per accedere alla prenotazione dei servizi però occorre inserire il numero della tessera rilasciata dallo stesso Polo (o la propria e-mail), tessera ottenibile compilando i dati richiesti dall’apposita scheda al sito: polodel900.mysalesforce-sites.com.
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