Importanti dati macro in settimana

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Sono arrivati importanti dati macro questa settimana: se l’Eurozona ha evitato la recessione nei tre mesi invernali, l’inflazione continua a rimanere una minaccia

L’Eurozona ha infatti registro una crescita del PIL di 0.1% nel primo trimestre, Francia e Italia si sono riprese dopo la lettura negativa dell’ultimo trimestre del 2022 (in particolare ha sorpreso le attese la crescita dell’Italia), mentre la Germania ha stagnato con una crescita invariata.

Le notizie negative sono giunte sul fronte inflazione, dal momento che l’indice dei prezzi al consumo ha accelerato in Spagna e Francia, alimentando il dibattito sull’entità dell’aumento dei tassi da parte della BCE al prossimo meeting. I mercati hanno dato maggior peso ai numeri sulla crescita, poiché il mercato ora scommette su un rialzo dei tassi BCE di soli 25 bp in maggio, con un calo generalizzato dei rendimenti su tutte le curve. Il comparto maggiormente penalizzato dal mercato è stato quello bancario.

Anche negli USA emergono pressioni inflazionistiche che cementano le attese per ulteriori rialzi dei tassi da parte della Fed a maggio e verosimilmente anche in giugno.

In altre parole, si allontana l’ipotesi di tagli dei tassi da parte delle BC già a partire dai prossimi trimestri, al contrario di quanto ipotizzato da molti. I rischi restano pertanto orientati al ribasso nei prossimi mesi, con diversi fattori negativi da affrontare fra cui una politica monetaria sempre restrittiva, pressioni negative sui margini aziendali e prospettive di recessione, soprattutto in USA.

Un tema che incombe sui mercati sembra anche essere quello della minaccia (assai concreta) di nuove sanzioni da parte degli USA riguardanti l’investimento nel tech e nei semiconduttori cinesi. Effettivamente il rischio geopolitico è sicuramente un motivo di

cautela sugli asset cinesi da parte degli investitori internazionali, e un argomento che frena il sentiment anche degli investitori locali.

Così come è ripresa la tensione su fronte banche USA, con la First Republic Bank che ha pubblicato pessimi risultati, riportando una caduta dei depositi superiore alle attese, e comunicando l’intenzione di vendere 50/100 bln di asset distressed per ripulire il bilancio.