Favorito nei sondaggi, con il 44% delle intenzioni di voto, il 76enne Lula – ex sindacalista, già presidente dal 2003 al 2010, condannato a 12 anni di carcere per corruzione e rilasciato dopo 580 giorni – ha scelto di aprire la corsa alle urne in una fabbrica della Volkswagen, nel suo feudo di Bernardo do Campo, vicino a San Paulo (Sud-Est), zona industriale dov’è stato fresatore prima di diventare leader sindacale.
Dal canto suo Bolsonaro, controverso presidente uscente di estrema destra, opta per un luogo emblematico: per il suo discorso inaugurale andrà a Juiz de Fora, nel Minas Gerais (Sud-Est), la piazza dove fu pugnalato da uno squilibrato il 6 settembre 2018.
Secondo l’ultimo sondaggio diffuso dall’istituto Ipec, l’ex capitano dell’esercito 67enne, al 32% delle intenzioni di voto, è 12 punti indietro rispetto al suo principale contendente. Sicurezza ai massimi livelli per una campagna elettorale ad alto rischio: sia Lula che Bolsonaro si sposteranno sempre con giubbotto antiproiettile e i comizi pubblici saranno oggetto di controlli serrati.


