Un 26enne è morto nella tarda serata di eri ad Alessano, in provincia di Lecce, mentre stava festeggiando il suo compleanno con gli amici in strada, vicino alla sua abitazione.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, il giovane aveva assunto la cosiddetta ‘droga della risata’, ovvero protossido di azoto, inalandolo da un palloncino. Il giovane sarebbe morto durante i festeggiamenti in strada, in compagnia della propria comitiva aspirando il gas dai cosiddetti ‘balloons’ e finendo per perdere la vita sul colpo. È stato chiamato il 118 ma i soccorritori non hanno potuto fare nulla. La salma è stata portata all’ospedale Vito Fazzi di Lecce.
Il gas esilarante viene venduto già in palloncini pronti: provoca sensazioni di allegria ed euforia, ma può avere conseguenze fisiche devastanti, soprattutto nei casi in cui venga associato ad alcol e altre droghe. I suoi effetti sono rinomati da tempo e possono portare a una paralisi del sistema nervoso, fino all’arresto cardiocircolatorio.
Che cos’è la ‘droga della risata’
Noto anche come ‘Gas esilarante’, l’ossido di di azoto o protossido di azoto, è un gas utilizzato ad alte concentrazioni nella pratica clinica come analgesico (per alleviare il dolore dai dentisti, durante il travaglio e in ambito pediatrico) e come anestetico per alcuni interventi chirurgici. La sedazione avviene per via inalatoria, la sua azione è rapida come anche la sua eliminazione dal corpo.
A basse concentrazioni può causare alcuni effetti collaterali come vertigini, nausea e mal di testa, ma a concentrazioni troppo elevate è pericoloso e può causare perdita di coscienza, depressione respiratoria e asfissia, cali di pressione, persino aritmie e morte per arresto cardiaco.
Molto più comune di quanto si possa pensare. L’uso ricreativo del gas è noto dalla fine del ‘700: nel Regno Unito era utilizzato nelle feste della società borghese, chiamate appunto laughing gas parties (feste del gas esilarante). Tuttora è una sostanza psicoattiva comunemente utilizzata per gli effetti dissociativi ed euforizzanti. Secondo le statistiche circa il 30% degli inglesi e degli statunitensi l’ha provato almeno una volta nella vita e sempre nel Regno Unito è la seconda sostanza ricreativa più usata dopo la cannabis.


