INCENTIVI IMPRESE, PRONTO IL DDL “MANI DI FORBICE”. TUTTI GLI AIUTI IN UN UNICO CODICE ENTRO 2 ANNI

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I dati messi a disposizione dal ministero dell’industria e del made in Italy, l’ex dicastero del MISE ora guidato dal Senatore Adolfo Urso, offrono un campanello d’allarme delle inefficienze causate dall’applicazione dell’attuale impianto costituzionale sul regionalismo, vigente dal 2001, e che si potrebbe aggravare e approfondire in seguito alla discussa autonomia differenziata

Gli incentivi alle imprese, tra fiscalità di vantaggio – non di rado contestata in passato dall’Unione Europea – e sovvenzioni a fondo perduto ovvero in conto capitale o interessi o garanzia, si sono moltiplicati fin quasi a raggiungere un totale di 2000 strumenti di agevolazione. Di questi, trecento fanno capo allo Stato e 1700 sono stati istituiti dalle Regioni nell’ambito della propria autonomia settoriale.

Si tratta di norme che rappresentano 40 anni di interventismo pubblico nato e svoltosi magari con propositi anche lodevoli, ma che hanno prodotto sviluppi non solo industriali e produttivi: con essi, hanno generato un labirinto e una Babilonia di situazioni normative, tributarie e finanziarie spesso sovrapposte fra di loro, dove i provvedimenti successivi non si sostituivano ma si aggiungevano ai precedenti. Determinando casi paradossali di un eccesso di interventi in taluni settori o micro settori a fronte di altri che rimanevano scoperti del tutto o quasi pur esprimendo potenzialità di sviluppo.

Paradosso nel paradosso, numerose provvidenze causavano situazioni di autentico dumping fra imprese nuove e aziende storiche di un medesimo comparto merceologico, dove la pressione fiscale generale continuava a rimanere elevata per poter finanziare tali sgravi.

La riforma degli incentivi, varata dal Consiglio dei Ministri in forma di disegno di legge delega, che dovrà essere approvato dal Parlamento, autorizzerà il Governo a varare una serie razionale di decreti legislativi delegati attraverso i quali sarà costruito il Codice unico degli incentivi, secondo principi di coordinamento interno degli aiuti, di non sovrapposizione degli stessi, di digitalizzazione con l’attivazione di una piattaforma univoca da cui attingere le forme di sostegno più utili alla propria attività aziendale e piano di investimenti.

Un ruolo sarà svolto dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale con l’obiettivo di assicurare in ogni momento la flessibilità e la capacità modulare degli strumenti che configurano l’interventismo statale e regionale, così da finalizzare secondo risultati di massimo ritorno economico reale e occupazionale le risorse del bilancio pubblico centrale e territoriale.

Il traguardo finale per il conseguimento del Codice è stabilito entro 24 mesi dall’approvazione della legge di delegazione parlamentare.

Un aspetto importante sarà quello del coordinamento con l’autonomia regionale, al fine di prevenire fenomeni di dispersione, polverizzazione o eccessiva concentrazione di risorse su taluni settori a scapito di altri.

Con la speranza e l’auspicio che il Codice unico sia anche l’unico Codice consultabile e non faccia la fine dello sportello unico delle imprese, mai diventato veramente l’unico ufficio di interlocuzione amministrativa dei settori aziendali e produttivi.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI