Incertezza e scarsità di materie prime frenano l’industria italiana

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Dopo un secondo trimestre in cui la produzione industriale italiana è salita a un ritmo vicino a quello rilevato nel primo (1,0% vs 1,3%)

Il terzo parte con un abbrivio negativo. Secondo il Centro studi Confindustria, infatti, “in luglio si stima un calo dell’attività dello 0,7%”.
Mancano materie prime

Il dato, spiega l’indagine rapida del Csc, è legato “sia a un maggiore ricorso alle scorte di magazzino, necessario per soddisfare l’afflusso di ordini, sia ad alcune strozzature dell’offerta lungo la filiera produttiva internazionale dovute alla scarsità di alcune componenti e materie prime”.

Secondo quanto è stato rilevato dall’indagine Pmi Manifatturiero (Ihs-Markit), iniziano a emergere anche in Italia gli effetti della scarsità di materie prime e di componenti, fattori che hanno determinato un blocco delle catene globali di fornitura, provocando strozzature nell’offerta in particolare in alcuni settori (automotive, elettronica, macchinari). Il peggioramento degli indicatori relativi a lavoro inevaso e tempi medi di consegna dei fornitori riflette questi crescenti problemi di approvvigionamento che tendono a frenare l’espansione dell’attività – nonostante un aumento delle commesse – e creano pressioni sulla capacità produttiva.