
“Sono ormai 25 i mesi ininterrotti di calo della produzione industriale, con una perdita che sfiora su base annua il 5 per cento”. L’analisi del segretario confederale Cgil Pino Gesmundo fotografa una crisi profonda delle nostre attività manifatturiere, con “picchi del 14,1 per cento nella fabbricazione di mezzi di trasporto e del 9,7 in quella dei macchinari, del 12,9 nel tessile, del 12 nel settore coke e prodotti petroliferi raffinati e del 7,5 nella metallurgia”.
Un vero e proprio disastro, di cui sono “unici responsabili il governo e il ministro delle Imprese Urso, incapaci, dopo ben due anni e mezzo di guida del Paese, di dispiegare una benché minima idea credibile di politica industriale”. Un’incapacità che, secondo Prometeia-Intesa San Paolo, è già costata “alla manifattura italiana oltre 40 miliardi di mancati ricavi dal gennaio 2024”.
Il governo, conclude Gesmundo, sta mettendo “in crisi uno dei tessuti industriali più forti al mondo, desertificando intere filiere produttive e scaricando sulle lavoratrici e sui lavoratori costi e povertà, con un’esplosione senza precedenti degli ammortizzatori sociali nei settori industriali (+47,5 per cento nel 2024 rispetto al 2023) e con la riduzione delle ore complessivamente lavorate (-0,7 per cento). È tempo di trarne le debite conseguenze”.
Automotive
Nuovi ammortizzatori sociali per i 2.445 dipendenti dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano (Frosinone). Il contratto di solidarietà è stato prorogato dal 26 aprile prossimo al 25 aprile 2026. L’azienda ha dichiarato un esubero di 1.956 lavoratori per quel che riguarda la solidarietà (che coinvolgerà l’intero personale), con una quota massima di riduzione dell’80 per cento degli addetti interessati. Fiom: “Il 2025 sarà peggio del 2024, il futuro è cupo: le notizie in nostro possesso dicono che tutti i modelli saranno in ritardo”.
Ancora cassa integrazione nell’impianto Stellantis Europe di Atessa (Chieti), noto come “ex Sevel” (4.800 dipendenti), dove si producono veicoli commerciali. La direzione ha comunicato di dover fare ricorso a un nuovo periodo di ammortizzatori sociali, dal 28 aprile al 25 maggio, per un numero massimo di 1.500 dipendenti. La misura è stata adottata per la diminuzione degli ordini dei cabinati e del calo di mercato e produzione di camper e van. Lo stabilimento è in cassa integrazione, praticamente senza interruzione, dal 10 giugno 2024.
Sono 350 le uscite annunciate da Stellantis il 2 aprile negli stabilimenti campani: 300 a Pomigliano d’Arco (Napoli) e 50 a Pratola Serra (Avellino). “I processi volontari di accompagnamento alla pensione per i dipendenti con maggiore anzianità aziendale – spiega la società – sono in linea con i programmi condivisi con il Piano per l’Italia presentato lo scorso 17 dicembre al Mimit e ribadito il 19 marzo in Parlamento”. Fiom: “Non abbiamo firmato le uscite volontarie perché non ci sono segnali di controtendenza sull’occupazione, nessuna nuova assunzione né turn over”.
Approvato il 25 marzo dai lavoratori l’accordo raggiunto tra i sindacati e la Borgwarner Morse System Italy per la gestione dei 39 esuberi richiesti il 12 febbraio dall’azienda, produttrice di catene di distribuzione per l’automotive nello stabilimento di Arcore (Milano) e a varie attività di ricerca e sviluppo per auto elettriche in quello di Imola. L’intesa prevede alcune ricollocazioni all’interno del gruppo e un piano di incentivi all’esodo volontario. Fiom: “Abbiamo rispettato il mandato dei lavoratori, cercando di trovare una soluzione dignitosa”.


