Inflazione, Cgia: per le famiglie una stangata da 92 ml

0
13

L’inflazione “erode” almeno 92 miliardi di euro di risparmi. I conti, realizzati dall’Ufficio studi della Cgia, partono dall’ipotesi che le famiglie italiane abbiano mantenuto nel proprio istituto di credito gli stessi risparmi che avevano a inizio anno

A causa della crescita dell’inflazione stimata per il 2022 all’8 per cento, la dimensione economica reale del deposito bancario ha subito una drastica decurtazione. A pagare il conto più salato, secondo l’associazione degli artigiani, sono le famiglie residenti nelle grandi città, dove il caro vita si fa sentire maggiormente.

Tuttavia, una piccolissima parte di questa perdita di potere di acquisto sicuramente verrà compensata dall’aumento degli interessi sui depositi: a seguito dell’incremento dei tassi decisi in questi ultimi mesi dalla Bce le banche, nella seconda parte dell’anno, stanno riconoscendo ai propri correntisti degli interessi positivi.

Ciò nonostante, il conto da “pagare” è pesantissimo e colpisce maggiormente le famiglie meno abbienti. A livello territoriale le province più penalizzate sono quelle più popolate e tendenzialmente anche con i livelli di ricchezza più elevati: a Roma, infatti, l’inflazione “erode” 7,42 miliardi di euro di risparmi familiari, a Milano 7,39, a Torino 3,85, a Napoli 3,33, a Brescia 2,24 e a Bologna 1,97. Tra le meno esposte, infine, scorgiamo la provincia di Enna con 156 milioni di euro, Isernia con 153 e Crotone con 123.

Secondo la Cgia, “il pericolo che la nostra economia stia scivolando verso la stagflazione è molto elevato. È un quadro economico che in tempi relativamente brevi potrebbe verificarsi anche in Italia. Con le difficoltà legate alla pandemia, agli effetti della guerra in Ucraina, all’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici rischiamo, nel medio periodo, di veder scivolare la crescita economica verso lo zero, con una inflazione che, invece, potrebbe superare tranquillamente le due cifre”.

Contrastare la stagflazione, segnala l’Ufficio studi della Cgia, “è un’operazione molto complessa.