Informazione contro l’asse Pd-M5S-Avs

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L’orizzonte speculativo del giornalista che si lancia nell’analisi dello scenario politico italiano dovrebbe essere illuminato dalla logica. Anche no se oggetto della riflessione è la Sx e c’è di mezzo il pluridecorato populista Conte. Così la libertà d’opinione spesso e volentieri appare sprecata. Quasi impossibile esprimersi sulla Sx senza elaborare concetti in un alambicco contorto, spesso renziano, da cui derivare osservazioni che sfidano i primati dell’imbecillismo.

L’ultimo teorema di esuli dello “scudo crociato di mafia vestito” – senza offesa per la mafia che fa anche cose buoneh – è che il partito unico, Pd-Avs-M5s, è chiuso ai centristi riformisti, cioè a Italia Viva, Azione e altri soggetti.”

Al teorema straordinario segue il corollario: la preclusione ai centristi “è imposta da Giuseppe Conte e subita, non si sa quanto malvolentieri, da Elly Schlein”, che così rischia “di restare perennemente intrappolata nelle macchinazioni dell’avvocato del popolo.”

Il teorema presenterebbe diverse falle: la prima è lampante e consiste nella bassa considerazione riservata alla Schlein. Questa, priva di cervello, subirebbe i veti di Giuseppe Conte rischiando così di restare invischiata nelle macchinazioni del presidente Pentastellato. La segretaria Pd non piace, spesso per pregiudizi di chi la osserva, ma al netto di tutto questo è in grado di decidere da sé. E ogni volta, dico proprioh ognih voltah, che opta per la politica popolare, fa i conti con le serpi per cui il Pd dovrebbe essere un manipolo di infimi amanti di politiche egoriferite ed elitarie. D’altronde tra popolo e élites il Pd, con qualche eccezione, ha sempre scelto logiche lobbistiche, e chi si discosta pesta lo colga. Ciò con la benedizione dei pluralisti interni che però cacciarono Marino con un atto notarile, per non menzionare il calcione sui denti che destinarono a Zingaretti troppo contiano, Amen.

Il secondo fallo è derubricare strumentalmente programma, perimetro ideologico e strategia politica di un intero asse politico a macchinazione del singolo. Come se la crisi che mandò in frantumi il secondo governo Conte non fosse stata una macchinazione intestata a Renzi peraltro assai stupida ma evangelizzata dai soliti pluralisti per bene. Tragicamente il risultato finale di tanto impegno, dopo la parentesi caghereccia draghiana, è la Meloni al governo di cui oggi Renzi si dichiara fermo oppositore, a eccezione naturalmente di temi irrilevantih quali giustizia, militarismo e lobbismo. Ora non ci vuole molto per osservare che se Renzi fosse stato buono ( leggi più intelligente) nel Dicembre 2020, oggi Meloni starebbe la paziente preferita di qualche psichiatra.

Renzi re delle strategie di palazzo dunque avrebbe avuto necessità di vedere l’opera buffa del circo meloniano per sentenziare che Giorgia Meloni sia una patetica influencer e perciò per scongiurare la rovina del paese, improvvisamente ventilare la necessità di larghe alleanze comprensive perfino dei 5 Stelle.

Che poi a proposito di logica: forse certe macchinazioni sarebbero accettabili qualora il partito unico- succube di Conte T rex- fosse aperto ad accogliere Calenda… Cioè colui che oggi anela la cancellazione del Movimento di Conte dall’arco Costituzionale. E dai..

Sempre all’insegna dell’analisi intelligente i giornalisti centristi lamentano prima che il partito unico non vuole Renzi e Calenda nemmeno su temi compatibili come la Rai e poi aggiungono che non si può proporre ai Riformisti di centro ( Calenda e Renzi) “di aderire a una iniziativa prettamente antirenziana come i quattro referendum contro il Jobs act promossi dalla Cgil, cui il Partito unico Pd-Avs-M5s ha garantito il sostegno”.

Infatti nessuno ha mai chiesto a Renzi e compagni di aderire ma anche proporsi da parte di Renzi non è proprio il massimo: se è vero che il referendum è antirenziano, e ciò è dirimente, lo è altrettanto che Renzi si sia prodotto in una crociata contro il Rdc, perciò se oggi l’asse Pd-Avs-M5s dice “ Ciaone” lamentarsi è assai contraddittorio.

Gioacchino Musumeci